Conosciamo meglio Daði Freyr, la nuova stella musicale dell’Islanda

Daði Freyr

Ha reso il 2020 un po’ meno pesante, ed era uno dei papabili vincitori dell’Eurovision Song Contest di quest’anno, che si sarebbe dovuto tenere a Rotterdam (Paesi Bassi) e che è poi stato cancellato e modificato con il nome di Eurovision Europe Shine a Light, privo di competizione tra gli Stati ma simbolo di Europa unita nelle difficoltà. Daði Freyr è l’artista europeo del momento: cerchiamo di scoprire di più sulla nuova promessa islandese.

L’artista, il cui nome completo è Daði Freyr Pétursson, nasce a Reykjavík il 30 Giugno del 1992. Trascorre la sua infanzia in Danimarca, come spesso può accadere agli islandesi ancora molto legati culturalmente ed economicamente alla loro ex madrepatria, ma alle superiori torna con la famiglia nella selvaggia isola atlantica. Per l’Università si sposta nuovamente, questa volta a Berlino, in Germania, dove si laurea in Music Management and Audio Production. La sua particolare estetica acustica, nonché la sua predilezione per la base musicale più che per le parole (come lui stesso ha ammesso) si devono, sicuramente, ai suoi studi.

Come detto nel paragrafo iniziale, l’artista è divenuto noto in Europa e nel resto del mondo in questo 2020 grazie al singolo Think About Things, il primo dei due brani scritti e cantati in inglese (l’altro è Where we wanna be, compreso insieme al primo nell’omonimo EP). Ma non si tratta dei suoi primi passi, quanto per lui di un nuovo inizio e di una grande svolta nella sua carriera.

Gli inizi con i RetRoBot

La carriera musicale di Daði Freyr inizia con la band RetRoBot, di cui fa parte insieme a Gunnlaugur Bjarnason e Guðmundur Einar Vilbergsson, che ha conosciuto ai tempi della permanenza alla South Iceland Multicultural School. Con i RetRoBot conosce anche i suoi primi importanti successi, perché vincono il primo posto alla Reykjavíks Músíktilraunir, la competizione annuale più importante della capitale islandese. Tuttavia, con la band pubblica un solo album, Blackout, uscito nel 2012, e poi decide di proseguire la sua strada da solo.

La sua particolare estetica, il suo carattere, infatti, fanno sì che l’artista preferisca scrivere per sé stesso, mentre ammette che lavorare, scrivere e comporre per gli altri non gli sia mai piaciuto. Nell’intervista ad Atwood Magazine, infatti, gli viene chiesto se ha mai realizzato produzioni per altri artisti, risponde:

No, non proprio. Ma è come se lo avessi fatto: avevo una band prima, per cui ho realizzato materiale per altre persone oltre a me, ma non mi è mai piaciuto produrre una traccia di cui non facevo parte. In più, immagino di avere un’estetica del suono piuttosto specifica”.

La carriera da solista: Næsta Skref e &Co.

Tra il 2012 e il 2019, Daði Freyr si dà quindi a una carriera da solista, senza però rilasciare un album completo. Pubblica diversi singoli, tutti in islandese e spesso in collaborazione con i suoi amici e sua moglie. Nel 2017 pubblica l’EP Næsta Skref (Prossimo passo/Prossima mossa, in islandese), dove emerge già il suo tipico connubio tra tradizione islandese e musica elettropop, che abbiamo poi conosciuto nei singoli in inglese più recenti.

Ma nell’EP emerge anche la sua predilezione per la musica strumentale, la prima a cui pensa, mentre il testo per lui viene per ultimo.

[…] il testo per me viene per ultimo, e la melodia per penultima […] di solito non inizio a scrivere la parte vocale finché non mi piace il pezzo anche senza parti cantate”.

È una caratteristica piuttosto evidente in questo primo EP di Daði Freyr, che si apre con il brano Forspil (“preludio”) che è privo di voce, ma uno splendido brano puramente strumentale di tre minuti. Tuttavia, anche gli altri brani, pur comprendendo la voce, danno ampio spazio agli strumenti, e le voci finiscono di frequente per avere una sonorità corale.

[…] Quando scrivo musica – dipende dalla canzone – di solito penso a come sarà dal vivo, e se le persone la balleranno”.

È del 2019, invece, il suo primo vero album in studio (Wikipedia segnala anche un Forever del 2015, ma non si trova su Spotify), che si chiama semplicemente &Co. L’album è molto breve: contiene 8 brani in tutto per un totale di 24 minuti. Ma è una durata ideale, si nota l’impegno di una strutturazione molto ricercata, che ancora una volta privilegia la strumentazione anche se in questo caso la sua voce calda e particolare – accompagnata da altri artisti in 6 brani su 8 – riesce ad imporsi e a farsi ricordare, assumendo un ruolo da protagonista. Ottima anche la scelta dei featuring, anche in questo caso membri della sua famiglia o comunque artisti non noti fuori dall’Islanda, le cui voci si uniscono sempre molto bene alla sua. Tra l’altro, le collaborazioni includono diverse tipologie di cantanti, per cui i generi spaziano anche se quello principale rimane l’elettropop.

Tra i brani si segnalano quello d’apertura, Lag Sem Ég Gerði (“Una canzone che ho prodotto”), Tilheyra con la moglie Árný Fjóla Ásmundsdóttir (“Appartenere/Appartenenza”) e Endurtaka Mig, con Blær (“Ripetermi”).

L’Eurovision Song Contest e Think About Things: il successo globale di Daði Freyr

Dopo queste pubblicazioni, insieme alla moglie, alla sorella Sigrún Birna Pétursdóttir (ricordiamo che in Islanda non esiste un vero cognome, ma vige il patronimico, per cui i figli prendono il nome del padre accompagnato da “Son” nei maschi, e “Dóttir” nelle femmine), e gli amici Hulda Kristín Kolbrúnardóttir, Stefán Hanesson e Jóhann Sigurður Jóhannsson, che si esibiscono in pubblico come Daði og Gagnamagnið (termine che è il titolo della versione islandese di Think About Things), partecipa al Söngvakeppin, il contest musicale più importante dell’Islanda, la cui vittoria garantisce l’accesso all’Eurovision Song Contest.

Come ci tiene a specificare Daði, non costituiscono un vero gruppo, in quanto lui lavora da solo:

[…] Gagnamagnið non è una vera band. In realtà, loro non suonano nessuno strumento, e salgono sul palco solamente quando ci esibiamo in un evento legato all’Eurovision. Quindi, è come se fosse una band Eurovision. So di alcune persone che hanno comprato i biglietti a dicembre o novembre e credono che siamo una vera band. Io ho cercato di rendere il più chiaro possibile che non lo siamo, ma sicuramente dovrò continuare a farlo”.

Questo non esclude comunque, l’importanza dei suoi familiari e soprattutto di sua moglie nella sua vita musicale: Árný Fjóla appare in molti dei suoi video, nonché come visto in un brano dell’album &Co. Inoltre, Daði ci tiene a informare che tutto ciò che produce passa prima sotto “la sua approvazione”.

Il successo è immediato, sia per la novità musicale, leggera nella resa, anche se ricercata nella composizione, sia per il video musicale, che ha raggiunto 15 milioni di views su YouTube e il cui balletto è diventato virale tra i giovani e i giovanissimi su Tik Tok, la piattaforma social più scaricata del momento. Questo non ha fatto altro che consolidare il successo del brano, ascoltato circa 10 milioni di volte solamente su Spotify.

Il tipo di musica che ascolto è la musica che mi fa sentire bene, e voglio fare musica che faccia stare bene le persone” commenta Freyr a proposito del brano e della sua musica in generale (la stessa formula, infatti, si ritrova anche in Where We Wanna Be. Una canzone di cui si dice molto soddisfatto, che ha scritto prima di tutto per sé stesso, e in cui crede tanto proprio perché fatta a mo’ casereccio, per divertire prima di tutto lui stesso.

Quindi, anche se le cose non sono andate come avrebbe sperato dal momento che l’esibizione all’Eurovision è stata annullata, questo 2020 è un anno molto positivo per il cantante islandese, già al lavoro sui progetti futuri, tra cui un’applicazione semplice e immediata che permetta ai fan di creare la loro faccia pixelata su modello della sua (che usa come avatar sui suoi profili social, e che appare sulle felpe del video ufficiale di Think About Things). Durante la quarantena ha, inoltre, prodotto altra musica e sicuramente nell’ultima parte del 2020 e nel 2021 vedremo qualche nuovo lavoro.

Dopo Björk, insomma, la piccola e spopolata Islanda ha dato i natali ad un altro genio della musica, anch’esso capace di prendere il meglio del folklore islandese e tradurlo in musica elettronica, che tanto piace in Islanda e in generale nei paesi Scandinavi. Augurandoci che per lui sia un successo perpetuo, non ci resta che aspettare i prossimi lavori di Daði Freyr!

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