Milano e la Scandinavia: un fruttuoso amore reciproco

Milano e la Scandinavia

L’Italia e la Scandinavia, anche se non sembra, hanno più cose in comune di quanto si creda. Per esempio, ai tempi dei Vichinghi il Mar Baltico veniva chiamato “Mediterraneo del Nord” per via dei floridi scambi commerciali, e per le numerose battaglie tra popolazioni scandinave, finniche e medio-germaniche che si susseguivano. La loro storia è ricca di scambi commerciali, che oggi continuano e vedono soprattutto una città d’eccellenza: Milano e la Scandinavia hanno infatti spesso collaborato a progetti comuni, architettonici e non, che meritano di essere qui citati.

La Metropolitana di Copenhagen

È la Danimarca, probabilmente, la nazione Scandinava che vanta il maggior numero di collaborazioni con il capoluogo meneghino. In pochissimi sanno, infatti, che la metropolitana di Copenhagen è gestita, dal 2008, dalla società Metroservice, una joint venture di ATM (Agenzia Trasporti Milanesi) e Ansaldo sts. L’azienda di trasporti milanese ha prevalso più volte su altre concorrenti, come Keolis Nordic A/B, Centour A/S, Arriva Scandinavian A/S, S-Bahn Hamburg GmbH e Serco – Ned Railways.

In effetti, andando a Copenhagen e sfruttandone il servizio metropolitano, si nota subito la firma di ATM. i treni, infatti, sono gli ultimi Ansaldobreda automatici, gli stessi presenti sulla linea M5 “lilla” della metropolitana di Milano, e della M4 in fase di completamento. La differenza è che la metropolitana della capitale danese è attiva dal lunedì’ alla domenica 24 ore su 24 (verrebbe da chiedersi perché quella milanese no), ed è stata premiata sia come World’s best Metro 2008 sia come World’s best divellesse Metro 2009 e 2010. Un ottimo risultato, per una città che ha inaugurato la sua prima linea metropolitana solamente nel 2002, e che in 18 anni ha raggiunto 21 chilometri di linea, 22 stazioni e 3 linee diverse.

Milano e la Scandinavia insieme per completare City Life

Rimaniamo a tema Danimarca, ma spostiamoci a Milano, per “ricambiare il favore”. Una delle zone che ha visto una grande riqualificazione è quella che è stata oggi chiamata “City Life”, e che comprende Piazza Tre Torri, Portello, e arriva fino alla splendida Piazza Giulio Cesare, con la sua lunga fontana e gli edifici Liberty. Il progetto di City Life, molto “scandinavo” nel concept (il centro commerciale è tutto rivestito in legno, ed è molto ecosostenibile) vede la firma, per i grattacieli, di architetti diversi.

Ma “l’ultima parola” spetta allo studio architettonico danese Bjarke Ingels Group (BIG), che ha vinto il concorso di Generali Real Estate e si sta quindi occupando della realizzazione dell’ultima parte di City Life: il Gateway. Lo studio fondato da Bjarke Ingels, che ha progettato a Copenhagen il complesso residenziale VM Houses, ed è autore della Lego House, vede la collaborazione anche di due studi italiani, Sistematica e Atelier Verticale. Gateway sarà un grande edificio dalla struttura iconica e particolare, come del resto è tutta City Life, pensata per dialogare con il vecchio asse urbano di Via Domodossola, e soprattutto per non dare fastidio, ma integrarsi con le torri dei colleghi Zaha Hadid, Daniel Libeskind e Arata Isozaki. Dovrebbe essere completato nel 2023.

L’inceneritore di Copenhagen

Inceneritore di Copenhagen

Ancora Danimarca (come detto, l’asse commerciale-creativo Milano-Copenhagen è il più florido di tutti i progetti tra Milano e la Scandinavia). In realtà, qui non diciamo nulla di nuovo e vi rimandiamo a leggere l’articolo completo sull’inceneritore di Copenhagen. Il nuovo termovalorizzatore è infatti anche un punto di incontro, e ha una pista da sci urbana (che è anche la più grande del paese, e una delle poche) il cui fondo, in plastica sostenibile, è fornito dall’azienda italiana Neveplast, che si trova in provincia di Bergamo, nell’area Metropolitana di Milano.

Milano e la Scandinavia: con Scalo Milano un po’ di Norvegia a Milano Sud

Il centro commerciale forse più interessante di tutta Milano, che si trova in Via Milano a Locate di Triulzi (MI), non è una collaborazione tra Milano e la Scandinavia, ma solo una forte ispirazione al paesaggio minimalista e oggi molto sostenibile della Norvegia. Progettato dallo studio Cotefa.ingegneri&architetti, e arredato dallo studio Metrogramma, Scalo Milano è sostenibile fin dalla nascita, visto che è stato creato recuperando l’ex stabilimento Saiwa.

Scalo Milano è un centro commerciale open-air costituito tutto di graziose “casette” in legno, colorate e poi “lucidate” da Metrogramma e che ricordano i vecchi magazzini ordinati e pittoreschi di città come Trondheim e Bergen, in Norvegia. Il progetto nasce per essere una nuova e più efficace esperienza di acquisto, senza le luci artificiali dei centri commerciali chiusi ma stando all’aria aperta, e potendo anche contare – trattandosi di outlet – di marchi di pregio, con anche esperienze su misura e personalizzate. La sostenibilità si completa con la possibilità di raggiungere l’ex fabbrica in treno, lasciando quindi a casa l’automobile.

Volvo GTZ e GTZ 3000

Non potevano mancare collaborazioni automobilistiche tra Milano e la Scandinavia, e in generale tra l’Italia e la Scandinavia. In questo caso si parla naturalmente di Svezia, l’unico dei Paesi Scandinavi ad avere una grossa industria automobilistica. E se le Volvo P1800 S e 780 sono progetti torinesi, disegnate rispettivamente da Pietro Frua e da Bertone, sono invece di Zagato le concept car GTZ e GTZ3000, splendide vetture coupé 2+3 che hanno poi dato vita alla Volvo 140 Series.

Milano e la Scandinavia

Il progetto delle GTZ fu commissionato a Zagato da Motauto, che era il principale importatore delle automobili svedesi in Italia. Le due vetture, naturalmente pulite e minimaliste per rispettare la filosofia Volvo, si notano comunque per la loro forma molto particolare. La GTZ si basava sulla Serie 140, con una versione evoluta del motore B20 e due carburatori a doppia canna. La GTZ3000, presentata al Geneva Motor Show del 1970, voleva essere una versione già raffinata della GTZ. Si basava sulla Volvo 164 e aveva un motore B30 l6 da 3,0 litri in grado di erogare 190 CV e arrivare a 200 km/h. Lo splendido design fu realizzato sfruttando una galleria del vento in modo da avere una migliore aerodinamica.

Milano e la Scandinavia: la sintesi del Villaggio Finlandese e Villaggio dei Fiori

Se Gateway di BIG è un progetto ultramoderno, nel capoluogo meneghino esistevano altre zone, ben più vecchie, che segnano il legame tra Milano e la Scandinavia. Si parla del Villaggio Finlandese: una zona periferica della città, nata su modello dei villaggi operai svedesi e finlandesi e quindi caratterizzato da casette e cascine in legno. Oggi è un agglomerato di case popolari tra Via Lorenteggio, Via Fiaggoli e Via dei Gigli.

Milano e la Scandinavia

Le casette, che vennero realizzate tra il 1947 e il 1953, erano state realizzate su modello dei quartieri operai finlandesi di Helsinki (ma anche svedesi, di Stoccolma) e del resto scandinavo era anche il legno con cui furono realizzate: infatti, il legno necessario alla realizzazione delle cascine fu donato dall’azienda svedese Saffa, come aiuto a una Milano distrutta per ricominciare. Furono per lo più occupate da immigrati veneti e del Mezzogiorno, modificando il loro scopo primario di dare un edificio temporaneo a chi aspettava una casa dopo i bombardamenti. Le case del Villaggio Finlandese furono replicate anche in Via Palmanova (nella periferia Est) e nel Quartiere Omero. Del Villaggio oggi rimane l’impostazione a lotti piccoli, disposti in modo ortogonale e con giardino privato.

Sopravvive invece il Villaggio dei Fiori, o “Campo dei Fiori”, che si trova nel municipio 9, a Nord Ovest, e che nacque nel 1919 per rispondere alla crescente densità abitativa dei milanesi. Si tratta di villette monofamiliari, di ispirazione svedese (ma stavolta in cemento) basse e pittoresche e anche in questo caso ben ordinate tra loro. Il nome “Campo dei Fiori” si deve alla forte presenza, anche in questo caso su modello scandinavo, di alberi e viali alberati.

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