Romani e Scandinavia: il fascino e il timore degli Uomini del Nord

Romani e Scandinavia

Alti, massicci, violenti, e spesso ubriachi. I Germani secondo i Romani li abbiamo conosciuti grazie a Tacito, ma già Giulio Cesare ne faceva un ritratto – anche se li confondeva spesso con le popolazioni Galliche, a cui era più abituato. Più passavano i secoli, più Roma riusciva a fare una distinzione ben precisa delle popolazioni germaniche, dividendole anche in centrali, occidentali, orientali… e settentrionali. Difficile stabilire il rapporto tra Romani e Scandinavia, ma quel che è certo è che la potenza mediterranea se ne interessò non poco.

Lo stesso nome “Scandinavia”, del resto, fu coniato da loro: la terra di Danimarca, Svezia e Norvegia (queste ultime, meridionali) veniva chiamata infatti Scandia, nome comunque coniato, come si pensa, dalla dea nordica Skaði, protettrice dell’inverno, della neve e della caccia.

Leggi anche: La Germania di Tacito

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Romani e Scandinavia: la testimonianza di Plinio Il Vecchio

È Plinio Il Vecchio che dimostra il maggiore (e precoce) interessamento dei Romani verso la fredda regione dell’Europa Settentrionale, profondamente diversa da Roma sia a livello sociale che a livello culturale. Ma, in realtà, la conoscenza della Scandinavia parte molto tempo prima.

Plinio Il Vecchio

Il primo mediterraneo a raggiungere la Scandinavia fu Pitea di Marsiglia, un geografo greco (Marsiglia, com’è noto, era una colonia greca di nome Μασσαλία (“Massalìa”), divenuta Massàlia in epoca Romana). Piteo, molto probabilmente, si spinse fino allo Jutland settentrionale, arrivando alla Norvegia meridionale passando senza dubbio dalla punta più a nord della Danimarca, dove oggi si trova Skagen. Fu lui che annotò per primo le caratteristiche paesaggistiche della Scandinavia, e le sue risorse.

Ma il clima rigido, i grandi rischi legati all’attraversamento del Baltico – SInus Codanus, come lo chiamava Plinio – rendono fin da subito complicati i collegamenti tra le coste germaniche e la penisola scandinava, che a maggior ragione costituiva l’estremo confine settentrionale del mondo greco-romano conosciuto. Tacito, come visto, definisce gli Scandinavi Suioni, ceppo germanico la cui struttura politica ruotava intorno a un monarca.

Romani e Scandinavia
L’espansione scandinava verso l’Europa Continentale
Fonte: Wikipedia

La maggiore conoscenza di Plinio, però, si deve al fatto che a partire dal I secolo d.C. molte etnie scandinave, spinte dall’appartenenza allo stesso ceppo, crearono una grande rete di contatti diplomatici e commerciali con le altre popolazioni (germaniche e non) del continente, in un’area cha andava dalla Scandinavia Settentrionale fino ai confini Romani dei fiumi Reno e Danubio.

Un interesse crescente

La presenza sempre più importante degli Scandinavi intensificò i contatti e l’interesse tra Romani e Scandinavia, il cui sviluppo crebbe nella seconda metà del II secolo d.C. e si intensificò nel Tardo Impero, ovvero nei secoli V e VI d.C., periodo in cui il pellame e l’ambra spingevano molti viaggiatori ad andare in Scandinavia per esportare le merci in Europa.

Romani e Scandinavia

Ma i Romani (e con essi si intendono anche i Bizantini, dopo la caduta della Pars Occidentalis) erano interessati alla Scandinavia anche per avere, nei capi-tribù scandinavi, dei preziosi alleati nelle guerre condotte contro le altre popolazioni germaniche. L’alleanza tra Romani e Scandinavia veniva sancita e portata avanti grazie a scambi di doni o al pagamento dei tributi ai capi delle genti di cui si richiedeva l’appoggio.

Romani e Scandinavia
I Suioni o Sueoni di cui parlava Tacito

Nel V secolo, come detto, sulle coste della Scandinavia meridionale si nota un impressionate aumento di punti di sbarco per facilitare i contatti e garantire sicuri punti di approdo per tutti i mercanti provenienti dall’Europa continentale – soprattutto dal mondo germanico. Sono relazioni che spinsero gli Scandinavi ad adattarsi alla realtà politica continentale: gli Scandinavi, quindi, iniziarono ad organizzarsi in potentati e regni, intensificando in realtà un processo già in atto alla fine del I secolo, dal momento che ne parla anche Tacito.

Non erano solo merci quelle che venivano scambiate tra Romani e Scandinavi: anzi, il rapporto era molto fruttuoso (gli Scandinavi, a differenza degli altri, non sono “responsabili” del crollo di Roma. Le incursioni Vichinghe del VII, VIII e IX secolo, infatti, appartengono alle cosiddette seconde invasioni barbariche). Romani e Scandinavi si scambiavano, oltre alle merci, anche tecniche di combattimento e idee, e furono soprattutto i popoli del Nord a migliorare la loro società, avendo potuto apprendere e imitare quella che all’epoca costituiva la società europea più civilizzata e potente.

Romani e Scandinavia legati dal crollo dell’Impero

E proprio per questo, anche loro ebbero conseguenze negative quando l’Impero d’Occidente collassò, in seguito a quelle che chiamavano Völkerwanderungen (“migrazioni di genti”). Nei fatti, lo spopolamento dell’area tra il nord della Germania e le fertili aree della Scandinavia meridionale – prima che la Scandinavia fosse resa gelida dalla piccola glaciazione, s’intende – causò una vera e propria repressione delle civiltà di queste terre, nonché la scomparsa di alcune compagini etniche dell’Europa Nord-Orientale.

Fino al VI d.C: rimase una società organizzata intorno ad un numero limitato di di centri di insediamento, con attività di natura commerciale, politica e religiosa. Ma dal secolo successivo in poi , si verificò un importante calo demografico, e di conseguenza una riduzione dei centri insediato, e il declino dei commerci.

In quel periodo, rimasero solamente pochi centri baltici, per esempio Uppåkra o Helgö, entrambi nella Svezia centro-meridionale, che mantennero i loro intensi rapporti commerciali con l’Impero Bizantino e le nuove società che si venivano delineando in Oriente.

Solo con i Vichinghi, che come detto iniziarono le loro violente incursioni a partire dall’VIII secolo, la crisi economica fu risolta, perché furono loro a riprendere i commerci, e con la loro pirateria permisero alla Scandinavia di allargare il suo bacino di insediamento, colonizzando tutta l’Europa Settentrionale, la Russia Occidentale, Inghilterra, Scozia, Irlanda e Islanda. Ma questa, è un’altra fase della storia.

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