Selma Lagerlöf, la prima donna premio Nobel della storia

Selma Lagerlöf

Una vita dedicata all’infanzia, e a migliorare il rapporto tra adulti e bambini. Non poteva che venire dalla Svezia, la patria del Premio Nobel ma anche dell’evoluzione e del miglioramento dell’infanzia, Selma Lagerlöf, una delle scrittrici più celebri della Svezia, legata non solo all’infanzia ma anche alla volontà di raccontare tradizioni, usi e costumi della Svezia antica, in un momento di profonda trasformazione del Paese. Numerosi i suoi racconti di questo tipo, molti dei quali oggi portati in Italia dall’immancabile Iperborea. Cerchiamo di saperne di più.

La vita di Selma Lagerlöf

Selma Ottilia Lovisa Lagerlöf nasce il 20 Novembre 1858 a Mårbacka, nel Värmland, la stessa regione sud-occidentale della Svezia, che confina con la Norvegia, in cui abbiamo visto essere ambientato il romanzo “Volvo” di Erlend Loe. Il Värmland è da sempre popolato da persone semplici, le cui radici hanno un profondo spirito religioso, spesso sfociante nel misticismo, nelle superstizioni, in una fantasia fatta di leggende con spiritelli ed eroi.

Mårbacka

Sono proprio queste leggende, che gli adulti raccontavano davanti ai camini nelle gelide serate scandinave, che colorano l’infanzia di Selma, che così sviluppa un particolare legame e attaccamento alla Svezia, alla sua storia e alla sua cultura. Nel tempo si trasferisce a Stoccolma per studiare, e per diventare maestra delle elementari, lavoro che comincia nel 1885 nella località di Landskrona, una cittadina che oggi conta 30.000 abitanti circa nella Svezia meridionale.

Landskrona

Nel 1891, dopo anni di difficile lavorazione, pubblica il suo primo libro, la Saga di Gösta Berling. Un inizio, quindi, epico-narrativo a dire il vero non molto apprezzato. Tuttavia, nel 1893 Selma ottiene un grande e inaspettato successo, non solo in Svezia ma anche in tutto il mondo. La Saga porta a Selma anche un premio letterario, ovvero una grossa cifra in denaro che le permette, a partire dal 1895, di smettere di insegnare e di cominciare a viaggiare.

Selma Lagerlöf sceglie così l’Italia come prima meta, e in particolare la Sicilia le dà ispirazione per I miracoli dell’anticristo, pubblicato nel 1897 e ambientato proprio nella maggiore isola mediterranea. Dopo il Bel Paese si sposta in Egitto, che le fornisce uno spunto per il suo Jerusalem, un altro capolavoro che fu pubblicato tra il 1901 e il 1902 e racconta di una piccola comunità rurale della Danimarca trasferita in Terra Santa. 

Pochi anni dopo segue Quel viaggio meraviglioso di Nils Holgersson (1906-1907), forse il primo racconto nato come insegnamento per ragazzi e che oggi è tra le sue opere più celebrate, se consideriamo che uno dei suoi più grandi fan è lo scrittore nipponico Kenzaburō Ōe (altro Premio Nobel, nel 2004). Questo romanzo è per Selma l’apice della sua carriera, al punto che l’Università di Uppsala – la più antica istituzione superiore della Scandinavia – le conferisce una laurea ad honorem in Filosofia nel 1907; nel 1909, invece, la Reale Accademia di Svezia le conferisce il Premio Nobel per la Letteratura, dando come motivazione: 

L’elevato idealismo, la vivida immaginazione e la percezione spirituale che caratterizzano le sue opere.

L’accademia la vorrà, dal 1914, tra i 18 membri che compongono la sua giuria. Selma non solo è la prima donna ad aver vinto il Nobel, ma anche la prima donna a comporre i membri della giuria del Nobel. Negli anni, comunque, continuerà a scrivere, spaziando continuamente tra romanzi più impegnati, per adulti; e storie per bambini.

Selma Lagerlöf

La sua vita, cominciata in una terra senza tempo come il Värmland, vede gli ultimi anni fare i conti con le due grandi minacce del Novecento: il Nazismo tedesco e il Comunismo Sovietico. Selma, comunque, cercherà sempre nel suo di soccorrere gli oppressi e i perseguitati, vincendo poi la Medaglia d’argento del Nobel per questa causa. Selma muore, in seguito a un infarto, nel suo paese natale, Mårbacka, il 16 Marzo 1940, a 82 anni.

Non vedrà mai la trasformazione della Svezia in nazione ipermoderna e avanzata. E, forse, visto il suo attaccamento alle leggende e alle tradizioni, per lei è stato anche meglio così

Una Svezia romantica

Selma Lagerlöf ha per anni rappresentato una sorta di difesa, per certi aspetti anacronistica, al naturalismo anti-romantico che imperava in quel tempo in Svezia e in Europa. Arrivando in ritardo, in un Paese culturalmente periferico, Selma ha voluto (far) riscoprire, esaltandolo in chiave lirica, il patrimonio letterario e culturale, il pathos tradizionale della narrativa popolare svedese.

Selma Lagerlöf

Ecco perché molte delle sue opere più significative, molte delle quali pubblicate in Italia solo di recente, ci sono opere che narrano le leggende, anche e soprattutto natalizie, riguardanti gli inverni svedesi e, soprattutto, quelli del Värmland. In particolare, quello che qui in Nøglen ci siamo presi la libertà di ribattezzare Il ciclo di Natale, in tema con questo periodo (ma affascinante in ogni momento dell’anno) e composto da questi piccoli libricini, tutti editi da Iperborea: 

E visto che siamo ancora in periodo natalizio, sia che ci siano bambini che no, potrebbe essere l’occasione per passare serate alternartive a scoprire il passato mistico e superstizioso della Svezia, sapientemente riadattato ed esaltato dalle mani e dalla mente di Selma Lagerlöf.

 

 

 

 
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