The Danish Girl: perché è un film importante

The Danish Girl

Uscito nel 2015, The Danish Girl è un film diretto da Tom Hooper e racconta di una storia vera. È un film a tematica LGBT, che parla della prima donna trans della storia ad essersi sottoposta ad un’operazione di transizione: Lili Elbe, nata Einar Wegener. Un film, quindi, importante, che tratta il tema in maniera molto esaustiva, commovente e delicata, grazie a una sapiente regia, una fotografia impressionante e all’ottima capacità interpretativa degli attori. 

The Danish Girl è tratto dall’omonimo libro di David Ebershoff.

The Danish Girl: una Danimarca variopinta

Il film è una grande co-produzione, che vede partecipanti Stati Uniti, Regno Unito, Danimarca, Belgio, Germania e Giappone. La lingua originale è però solo l’inglese – nessun attore è danese, ma proveniente da uno degli altri paesi di produzione – e l’ambientazione è interamente danese. Anche le scene ambientate a Parigi sono in realtà in gran parte girate a Copenhagen: il regista ne ha infatti sfruttato i quartieri più neoclassici, per mostrare anche le diverse anime della città (nordica e centro-europea).

The Danish Girl

La Danimarca è, quindi, lo sfondo. Eddie Redmayne (che molti conosceranno ora per AnimalI Fantastici, ma anche per La Teoria del Tutto) è un attore britannico e interpreta Einar Wegener / Lili Elbe. Alicia Vikander è invece un’attrice svedese (Anna Karenina, Royal Affair, Tomb Raider) e interpreta Gerda Wegener, moglie di Einar. Abbiamo poi l’attore belga Matthias Schoenaerts, nel ruolo di Hans Axgil; Amber Heard nel ruolo di Ulla, migliore amica di Garda; e, tra gli altri, anche l’attore tedesco Sebastian Koch, che interpreta la figura chiave del dottor Warnekros.

La produzione del film è quindi variopinta e vede tanti paesi diversi, ma anche la Danimarca del film è molto brulicante, colorata, anche se “immersa” nel provincialismo culturale-artistico della Scandinavia del Primo Novecento. Le scene del film, oltre a mostrarci la Copenhagen degli anni 20 e 30 da diverse angolazioni, ci mostrano la tipica capitale e città portuale del Nord, piena di gente, di artisti emergenti, ma anche di pescatori.

Ulla, interpretata da Amber Heard

Gli stessi Einar e Gerda vivono a Nyhavn, la zona del Porto Nuovo, oggi centro iper-turistico, ma un tempo, ovvero fino al secondo dopoguerra, zona periferica e malfamata, rispetto ai quartieri limitrofi dove vivono i Monarchi o l’alta borghesia cittadina. Nel corso del film, però, vediamo come il presunto provincialismo della Danimarca viene appiattendosi, in quanto in Europa si affermano i totalitarismi. Per esempio, durante il loro soggiorno a Parigi – dove Lili e Gerda si recano per l’ormai lanciata carriera artistica della seconda – vede una metropoli certamente d’avanguardia artistica e culturale, rispetto alla Danimarca;  ma non tanto più evoluta per quanto riguarda l’accettazione della diversità.

Lo stesso dottore che prende a cuore la causa di Lili non è francese, ma curiosamente tedesco, in un periodo dove la Germania vive i suoi anni più bui per via del nazismo di Hitler. Già questi elementi, oltre alla brillante (e inutilmente criticata) idea di far interpretare Einar / Lili ad un uomo etero e “cisgender”, mostrano come The Danish Girl abbia come primo intento quello di scardinare ogni stereotipo, anche quello più piccolo, e mostrare le emozioni, i sentimenti, cosa effettivamente vive e prova non solo una persona che non si sente a suo agio nel proprio corpo, ma anche chi le sta intorno, a cominciare dal suo partner, che si trova inevitabilmente costretto ad accettare una nuova situazione.

The Danish GIrl è accompagnato da una colonna sonora davvero delicata, che contribuisce a creare l’atmosfera drammatica, ma in un certo senso mistica, del film. Ma, del resto, da Alexandre Desplat non ci si può aspettare nulla di diverso!

Chi è la “Ragazza Danese” di cui parla il film?

Trattandosi di una storia vera, non si può parlare di spoiler (non è un film che emoziona per i colpi di scena, in quanto non li ricerca). Ma, comunque, va detto che ci saranno. The Danish Girl racconta della ritrattista Gerda Wegener e del marito, il più famoso pittore paesaggistico Einar Wegener. 

Pur con le dovute tensioni e gelosie che distinguono la vita di coppia di due artisti, fin da subito Hooper ci fa innamorare di e con loro, mostrandoci momenti di tenerezza, di complicità, e anche di rivalità. I due vivono nella Copenhagen degli anni venti, tra mille difficoltà tra cui anche quella di concepire un bambino. 

The Danish Girl

Tutto cambia quando, per esigenze lavorative, Gerda chiede al marito di posare per lei al posto di una modella, Ulla (Amber Heard), una ballerina che si trova impegnata in uno spettacolo. Per gioco, Einar assume l’identità di Lili Elbe, che manterrà, sempre per gioco, per accompagnare la moglie a una festa per artisti indetta proprio dall’amica Ulla. Einar comincia a sentire sempre di più il desiderio di toccare, ed indossare i vestiti femminili procuratigli da Gerda per l’occasione, e alla festa conosce e bacia Henrik, un ragazzo omosessuale. 

Da qui, Einar prende sempre di più la consapevolezza di essere Lili, soffrendo non solo per la sua condizione ma anche per i sentimenti feriti di Garda. Quest’ultima, dopo un iniziale rifiuto e sensazione di perdita, decide di sostenere Lili, proteggendola dai diversi medici che proponevano le classiche terapie (oggi considerate barbare, fortunatamente) riservate a coloro che nella società erano in generale indicati come “sodomiti” o “omosessuali”, e arrivando a contattare Hans Axgil, un caro amico d’infanzia di Einar a Vejle, la cittadina di provenienza del personaggio di Eddie Redmayne.

The Danish Girl

Con ostinazione, riescono a trovare il dottore tedesco Warnekros, interessato ai casi come quello di Lili, che poterà a termine il processo di transizione, sì, anche se con un successo tiepido. Lili, infatti, morirà in seguito alle complicazioni dell’intervento.

Chi è, quindi, la Ragazza Danese del film? Si è portati a pensare che si tratti proprio di Lili, perché la trama in effetti racconta del suo processo di transizione e di consapevolezza del proprio essere. Tuttavia, il personaggio di Lili, sempre ben interpretato, certo ci fa entrare in empatia, ma ha dei comportamenti spesso egoistici, spesso anche pretenziosi nei confronti di Garda, cosa che in alcuni momenti la fa risultare quasi antipatia.

In realtà, la Ragazza Danese di cui parla il film non è (solo) lei: il personaggio con cui entriamo più in sintonia, per il quale proviamo forte dispiacere, empatia, è proprio quello di Garda. Una donna che ama a tal punto l’ormai ex marito da accettarne la natura, e da sostenerne i desideri e le volontà. 

The Danish Girl

Senza che, però, ci venga presentata come un’eroina che non soffre mai, sempre forte, sempre allegra. La forza di Garda sta proprio nei suoi momenti di debolezza, nei suoi pianti, nella sua confusione e nella ricerca di conforto – che troverà alla fine in Hans. Una forza e un coraggio che consistono proprio nel lasciare andare una persona a cui si è molto legati, anche se significa soffrirne, rinunciare a qualcosa di prezioso e che ci portava felicità. 

La dimostrazione finale per l’ottimo lavoro sul personaggio di Gerda la si ha per il fatto che Alicia Vikander ha vinto il premio Oscar come migliore attrice non protagonista. Un riconoscimento davvero meritato.  E a dirla tutta, per come è costruito, il film ne avrebbe meritati anche di più.

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