Bouvetøya, la “Scandinavia” dove non te l’aspetti

isola bouvet
Credit: corriere della sera

Si chiama Isola Bouvet, Bouvetøya in norvegese, ed è ufficialmente parte del Regno di Norvegia, da cui dipende dal 1930. Eppure, è quanto di più lontano da Oslo che ci possa essere, un baluardo della Scandinavia nell’emisfero australe, sempre freddo e ghiacciato ma a sudovest di Capo di Buona Speranza, non molto distante dal circolo polare antartico.

Considerata l’isola più remota del mondo, è interamente disabitata dagli umani, impervia da raggiungere ma ricca di storia, natura e anche miti e leggende che la riguardano.

Nel mezzo dell’Oceano Antartico

Se già il Mare del Nord e il Mar Glaciale Artico non sono delle passeggiate, ancor più impervio è l’Oceano Antartico. Ed è proprio qui, tra Antartide e Sudafrica, che si trova l’Isola Bouvet, alle coordinate 54° 26′ S, 3° 24′, a 1600 km dalla massa continentale più vicina.

isola bouvet
Credit: Wikipedia

Con soli 49 kmq di superficie, è anche una delle isole più piccole del mondo.

Perché la Norvegia ha voluto l’Isola Bouvet?

L’isola prende il nome dall’esploratore francese Jean-Baptiste Charles Bouvet de Lozier, che la scoprì nel 1739 durante una spedizione di esplorazione. Tuttavia, non furono effettuate ulteriori esplorazioni fino al 1825, quando una spedizione britannica confermò la sua esistenza.

isola bouvet

Il capitano Norris, sbarcato sull’isola, la ribattezzò Liverpool Island, rivendicandola per il Regno Unito. Un secolo dopo, nel 1927, fu il baleniere norvegese Lars Christensen a sbarcare sulla remota isola, e la rivendicò per la neonata monarchia scandinava. A quanto pare il Regno Unito, non così interessato ad averla, rinunciò alle sue pretese, e dal 1930 con decreto reale Bouvetøya divenne ufficialmente territorio norvegese.

Ma perché tenerci tanto? La Norvegia ne ha fin da subito riconosciuto una grande importanza ambientale, e soprattutto negli anni Settanta, in coincidenza con il cambio drastico che l’ha vista passare da paese povero a ricchissimo, ha dichiarato l’Isola Bouvet e le sue acque una riserva naturale: era il 1971. Sei anni dopo, nel 1977, ha installato una stazione meteorologica automatizzata, che viene usata dai ricercatori e dai biologi anche come base per la ricerca sulle abitudini alimentari e la distribuzione delle foche.

Una storia misteriosa

Pur disabitata, l’Isola Bouvet è avvolta da un mistero. Nel 1964, un elicottero della Royal Navy atterrò sull’isola e vi scoprì una scialuppa di salvataggio abbandonata, di cui non ci si spiegava la presenza dato che non c’erano segni di vita, né indicazioni sulla provenienza dell’imbarcazione stessa.

isola bouvet

Numerose le speculazioni sulla sua origine, e a complicare le cose, nel 1966, la scomparsa della stessa scialuppa, notata in quell’anno dalla stessa spedizione. Come detto, nessuno sa il motivo della presenza, e l’unica spiegazione sembra riguardare una flotta baleniera russa con squadra di ricognizione scientifica, la Slava, giunta li nel 1958 durante una tempesta, e poi scampata al naufragio grazie a un elicottero, che lasciò lì la scialuppa.

Per quanto plausibile, resta il mistero di come sia poi sparita la piccola imbarcazione – che non è mai stata ritrovata.

Una piccola Islanda?

L’isola Bouvet è di origine vulcanica e il suo paesaggio è dominato da rocce scure, scogliere imponenti e una costa frastagliata.

Il punto più alto dell’isola è il Monte Olav, un vulcano spento che si erge maestoso a 780 metri sul livello del mare. Il 90% di Bouvetøya, comunque, è ricoperto da un enorme ghiacciaio, autore del suo aspetto particolare e scenografico, che ricompensa dal clima gelido e ostile.

La flora e la fauna uniche

Nonostante le difficili condizioni ambientali, l’Isola Bouvet è sorprendentemente ricca di vita. La sua lontananza dal continente ha favorito lo sviluppo di specie endemiche, che sono adattate alle sfide del clima e dell’isolamento.

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Credit: Corriere della Sera

Qui vivono foche otarie orsine, elefanti marini, pinguini macaroni, e nelle sue acque vi passano anche orche e megattere, in un ecosistema unico che viene studiato continuamente anche dalla base di ricerca Norway del Norwegian Polar Istitute, nei mesi che vanno da novembre a febbraio (l’estate), e che si trova a Nyrøysa, nella parte nord-occidentale dell’Isola Bouvet.

Si può visitare?

Vista la sua posizione, l’isola è inaccessibile al grande pubblico, e trattandosi di una riserva naturale con decreto regio norvegese, il turismo è proprio vietato.

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Vengono tuttavia organizzate delle crociere naturalistiche specializzate verso le acque dell’isola (e sono poi quelle che vanno anche in Antartide), ma non si può scendere dalla nave sull’isola. Gli unici che possono metterci piede sono le spedizioni scientifiche, l’ultima delle quali svolta a febbraio 2023.

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