L’impopolarità del governo danese e l’Ombra della Cina sull’artico

Mette Frederiksen, primo ministro danese

Nell’episodio 15 del podcast Chiacchiere da Fjordo, il primo ad avere anche una versione scritta sul blog, parliamo dell’impopolarità del governo danese, il secondo guidato da Mette Frederiksen costretta a dare vita a un vero e proprio rimpasto di ministri in seguito anche al controverso editoriale pubblicato sullo Jyllands Posten da Maria Bjerre, ex Ministra alle Pari Opportunità; delle ambizioni della Cina sull’artico e della rinascita di SAS, passata da Star Alliance a SkyTeam.

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Il “nuovo” governo danese

Con la creazione di ben tre nuovi ministeri, il secondo governo Frederiksen è quello con più ministri in assoluto nella storia della Monarchia. Ma la decisione della Statsminister si deve alla ormai sempre più disperata volontà di recuperare il consenso perduto, ai minimi storici a causa di una serie di errori, anche gravi, dei suoi ministri e delle sue politiche. Pensiamo a quelle migratorie.

L’ultimo arriva da Maria Bjerre, esponente di Venstre (il secondo partito della maggioranza, di centrodestra liberale), ex ministra per le pari opportunità criticata per il suo editoriale transfobico sullo Jyllands-Posten (puoi approfondire qui). In seguito a questo editoriale, tutto il governo è stato preso di mira dall’opposizione, in particolare dal partito SF (Socialistisk Folkeparti), al momento il più popolare in Danimarca e trionfante alle elezioni europee.

Per questo, Maria Bjerre è stata designata ora Ministra per i Rapporti con l’Unione Europea, in vista del turno di Presidenza della Danimarca nei primi 6 mesi del 2025. Interessante anche come la ormai ex sindaca di Copenhagen sia ora Ministra per gli affari sociali e l’edilizia.

La Cina e l’Artico

Ben più a nord,  al di là del circolo polare artico, si sta giocando una partita molto più grande. La Cina, infatti, ha da tempo messo gli occhi sull’Artico in maniera sempre più insistente, con interessi in Islanda, in Groenlandia. E nelle Isole Svalbard, ufficialmente territorio norvegese ma in realtà diviso tra diversi Stati. E proprio Oslo ha impedito che l’ultima proprietà privata dell’arcipelago finisse nelle mani di Pechino.

Perché tanto interesse per una regione così fredda e remota? Semplice: l’Artico è una vera e propria miniera d’oro. Ricchissimo di risorse naturali, come petrolio e gas, e con rotte marittime sempre più accessibili grazie allo scioglimento dei ghiacci, l’Artico rappresenta un tesoro inestimabile per le grandi potenze economiche. Per questo, la presenza cinese nell’Artico potrebbe destabilizzare un equilibrio regionale finora piuttosto stabile. In secondo luogo, un’opportunità per diversificare le proprie economie e sfruttare le nuove rotte commerciali.

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