È arrivata anche in Italia, spesso mal riportata e – come sempre succede – esagerata, la notizia che il Primo Ministro danese, Mette Frederiksen, coadiuvata dal Ministro dell’alimentazione, dell’agricoltura e della pesca, Mogens Jensen, ha deciso per l’uccisione di milioni di visoni. Una notizia drastica, che ha scatenato polemiche in Danimarca e in tutto il mondo, dovuta alla scoperta di una mutazione del virus SarsCov2 (il Covid19 di cui siamo vittime in questo periodo) in grado di trasmettersi dai visoni all’uomo, e che ha già infettato degli esseri umani. Ma perché una decisione così drastica?
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Ciò che ha portato la Danimarca all’uccisione di milioni di visoni
Inizialmente, la Danimarca non aveva intenzione di uccidere tutti i visoni presenti nel suo territorio, ma “solamente” quelli del Nordjylland, ovvero lo Jutland settentrionale – la punta più a nord della Danimarca continentale, dove si trovano Aalborg e Skagen.
In particolare, la decisione riguardava tutti i visoni in una zona di 7,8 chilometri nella regione, e questo anche se è solamente uno il visone di un allevamento ad essere infettato. Questo limite per ora stabilito è basato sui dati dei primi 20 allevamenti risultati colpiti dal virus mutato nello Jutland settentrionale, dove appunto la distanza tra azienda infetta e fattoria infetta viene stimata tra 0,6 e 7,8 chilometri.
Nella giornata del 4 novembre, invece, in seguito a una nuova conferenza stampa indetta dal Regeringen (il governo), Mette Frederiksen ha annunciato l’uccisione di milioni di visoni, tutti quelli presenti nel territorio, come riportano le fonti locali quali Finans e Dr.
Tuttavia, è chiaro che è una decisione presa nell’incertezza. La stessa Frederiksen ha annunciato che è una decisione drastica, presa per evitare che ricominci una nuova pandemia con virus mutato che dalla Danimarca si espanda presto in tutta la Scandinavia e nel resto d’Europa. Preoccupazioni sicuramente attendibili, considerando la posizione “a ponte” della piccola monarchia scandinava, che collega proprio l’Europa continentale a quella settentrionale. Dal giorno dell’annuncio della misura, il 1 ottobre, a oggi, sono stati uccisi circa un milione e mezzo di visoni, ma la malattia ha continuato a diffondersi spostandosi dal Nordjyllland allo Jutland centrale e a quello occidentale, e non è difficile che arrivi a quello meridionale, avvicinandosi pericolosamente alla Germania.
Le conseguenze per l’economia danese e mondiale
La risposta è proprio quella che si aspettavano. A seguito della decisione, quando ancora riguardava il Nordjylland, il Dansk Veterinær Konsortium (consorzio veterinario danese) aveva detto che non è possibile “Impedire nuovi contagi alle mandrie di visoni rimanenti”, anche abbattendo le mandrie infette. Non ci sono, infatti, esperienze pregresse che dimostrino che una misura così drastica funziona per evitare la diffusione del virus. Parole che si sono dimostrate veritiere, dal momento che, come si è visto, nonostante l’abbattimento del primo milione e mezzo di animali nello Jutland settentrionale, il virus mutato è riuscito comunque a spostarsi verso sud e ovest.
Questo sta avendo e avrà nel futuro inevitabilmente conseguenze economiche drastiche per gli allevatori e per l’industria legata a questi animali. Secondo Thomas W. Olsen, allevatore di Læsø tra i primi ad essere colpiti, questa categoria di lavoratori è stata esposta a un pericolo e a un’incertezza “del tutto inammissibile”, frutto di decisioni prese di fretta. Anche secondo la veterinaria Mette Kragh la misura ha suscitato in lei fin da subito numerose perplessità.
“Penso che sia incredibilmente drastico, e ciò indica che è una decisione che è stata presa in fretta” spiega la Kragh a Dr lo scorso 13 ottobre, aggiungendo anche l’inutilità nel lungo periodo di una decisione del genere, e sembrerebbe a ragione.
Non saranno gli allevatori gli unici ad essere colpiti dalla più recente e più drastica decisione del governo danese, quella appunto che vede l’uccisione di milioni di visoni in Danimarca, tutti quelli presenti nel territorio. La piccola monarchia scandinava, infatti, è stata finora il più grande produttore mondiale di pellicce di visone, e la casa d’aste Kopenhagen Fur è leader nel mercato globale. Tuttavia, già dall’inizio del 2020 quest’industria è entrata in forte crisi per i prezzi bassi delle pellicce per troppo tempo. I lavoratori del settore stavano aspettando una svolta economica quest’anno, ma la pandemia da coronavirus e la conseguente crisi non ha fatto altro che peggiorare le cose, paralizzando i grandi mercato d’esportazione e colpendo, in definitiva, i visoni stessi con una nuova infezioene. La decisione di Christiansborg di uccidere tutti i visoni della Danimarca è il colpo di grazia di un’industria che in un anno è decaduta a vista d’occhio.
Anche per il governo questa misura non sarà lieve, a livello economico. Ogni allevatore riceverà un compenso economico per ogni visone che gli sarà sottratto e ucciso (una mossa che rientra nel sistema sociale danese e tipicamete scandinavo), operazione che, secondo quanto riportato al Folketing, costerà tra i 2,3 e i 2,8 miliardi di DKK. Ma a questa cifra, come detto riguardante unicamente la compensazione diretta agli allevatori, bisogna aggiungere le spese per la pulizia, la distruzione e la disinfezione.
E senza che nessuno abbia la certezza che servirà a eliminare il nuovo virus mutato, soprattutto in virtù del fatto che già alcuni esseri umani ne sono venuti in contatto. La Danimarca è ancora in tempo per cambiare, ma queste notizie significano che molto probabilmente ci stiamo preparando ad entrare in una nuova fase della pandemia.