Con A Million More partono i Talks focalizzati sui principi base di Volvo

A Million More

Ho avuto il piacere di essere stato invitato da Volvo al primo dei Volvo Talks, una serie di incontri “cross-cultural” e “cross-industry” focalizzati sui principi cardine dell’azienda di Göteborg. I Volvo Talks sono anche i primi eventi basati sull’interazione simultanea tra tutti e 5 i Volvo Studio attualmente presenti nel mondo: quello di Milano, il primo realizzato e da sempre luogo sperimentale per l’azienda; e quelli di Stoccolma, New York, Tokyo e Varsavia. In questo modo, Volvo dà già vita a uno dei suoi principi base: l’interazione tra mentalità ed entità diverse, che creano successo e innovazione. A Milano, Volvo ha iniziato con A Million More: partendo dal milione di vite salvate con l’introduzione, voluta da Volvo, della moderna cintura di sicurezza a tre punti, l’azienda di Göteborg ora si propone di introdurre dispositivi di sicurezza in grado di salvare un altro milione di vite umane. Per questo A MIllion More: un milione di vite in più.

Guarda la dimostrazione e i video dell’evento nelle Stories in Evidenza @noglen.eu, il profilo Instagram ufficiale di Nøglen!

La cintura di sicurezza e altre misure per cui Volvo fu e viene presa in giro

La cintura di sicurezza a tre punti, che oggi ci sembra così normale in quanto di serie su ogni vettura, in realtà costò a Volvo un mare di critiche, quando la introdusse per la prima volta 61 anni fa, nel 1959. Molti la vedevano come un limite alla libertà umana, punto di vista sottolineato anche da importanti testate, come per esempio il New York Times. 10 anni dopo, almeno sulle vetture più grandi, le cinture di sicurezza a 3 punti erano di serie, senza che tra l’altro nessuno abbia mai dovuto pagare royalties all’azienda svedese, che decise di non lucrare sulla sicurezza umana. Certamente un fatto di reputazione e non solo di umanità, ma è bello comunque pensare a una certa attenzione che alcune aziende danno all’individuo.

A Million More

Sempre di Volvo è l’introduzione del seggiolino per bambini, montato in senso opposto a quello di marcia. L’idea venne ad un ingegnere dell’azienda, che fu ispirato dalle spedizioni NASA nello spazio: gli astronauti, infatti, non potevano vedere dove stavano andando perché disposti in modo opposto e trasversale al senso di marcia. L’idea fu quella di portare questa disposizione anche sulle auto, in modo da limitare il danno ai bambini, protetti dal seggiolino e dal sedile anteriore più vicino, in caso di sinistro. Anche in questo caso, Volvo fu presa in poco tempo come esempio: e non a caso si parla di “modello svedese” per i seggiolini di questo tipo.

A Million More

Molto più recente (proprio di questo 2020) è la decisione, nuovamente polemica, di limitare la velocità dei suoi veicoli a 180 km/h. La decisione riguarda solo le Volvo, e non le Polestar (vetture a vocazione sportiva) e non ha mancato di suscitare reazioni discordanti: “What a stupid thing!” Dice un commento sulla pagina americana dell’azienda, in merito a questa decisione. Sicuramente, Volvo è consapevole che gli incidenti non cambiano troppo di gravità tra 180 e 200 all’ora, ma vuole comunque stimolare un dibattito, dichiarare una presa di posizione che vede comunque l’individuo e la sua sicurezza al centro. Anche perché, c’è possibilità da parte dell’utente di limitare ancora di più la velocità del veicolo: con Care Key, il proprietario di una Volvo può usare la chiave o l’app del telefono per impostare una velocità massima (130, 110, 100) quando la vettura è in mano ai figli o un guidatore comunque meno esperto.

Tutta questa attenzione alla sicurezza, al dibattito non dovrebbe in realtà stupire: è il frutto di una visione svedese. La Svezia, società socialista per eccellenza, da sempre ha come focus l’individuo e la sua salute. È il Paese in assoluto tra quelli che spendono di più nella salute del cittadino, nonché in incentivi per la formazione di nuclei familiari – e qui si spiega l’attenzione ai bambini: fidatevi che in poche altre città vedrete il numero di famiglie (sia omo che eterogenitoriali) quante se ne vedono a Stoccolma e nelle altre città della Svezia.

E.V.A.: A Million More prosegue la campagna di parità tra i sessi nella sicurezza

A Million More è stata anche l’occasione, per Volvo Cars Italia, di riconfermare E.V.A. Il progetto, presentato nel 2019, significa Equality For All, e vede Volvo impegnata nella realizzazione di auto sicure per tutti, maschi e femmine. Un progetto in cui Volvo ha condiviso le sue conoscenze frutto di 40 anni di ricerca, e di realizzazione di auto sicure basate su incidenti reali, e dati raccolti da incidenti reali, che hanno reso le vetture Volvo in assoluto le prime ad avere sistemi di sicurezza ADAS (su tutti, sistema di frenata automatica anticollisione) e da rendere anche Volvo di 10 anni fa un acquisto sicuro in termini di sicurezza rispetto a molte, se non tutte, le auto della concorrenza.

Ma soprattutto, il progetto E.V.A. vuole mettere in evidenza l’ineguaglianza nello sviluppo della sicurezza per le auto: secondo i dati raccolti dall’azienda, le donne sono più esposte a rischi di lesioni negli incidenti. Ecco perché, tecnici e ingegneri Volvo si sono impegnati nella realizzazione di dispositivi creati per tutti i tipi di fisicità, sia maschile che femminile, e che quindi prescindano da sesso, altezza, peso o corporatura. Anche questo non deve stupire, per una società come quella svedese dove la parità dei sessi ha i valori tra i più alti al mondo, come del resto tutta la Scandinavia.

A Million More: I nuovi ADAS in arrivo sulle prossime Volvo

Per Volvo, A Million More è stata anche l’occasione di presentare nuovi dispositivi di sicurezza che arriveranno sulle vetture di nuova generazione, a partire dal 2021 (quindi molto vicino). Molti di essi derivano dalla concept car del 2018, la splendida Volvo 360C, e che hanno l’obiettivo di avvicinarsi quanto più possibile alla guida autonoma di livello 5. Naturalmente, Volvo non lo fa nell’ottica di togliere responsabilità all’automobilista: ricordate che l’individuo rimane al centro della guida, e i sistemi di sicurezza non sono pensati per permettervi di guardare Netflix mentre l’auto va ma per venire in soccorso in caso di necessità e nelle operazioni di tutti i giorni!

Oltre alla limitazione della velocità a 180km/h, che verrà mantenuta anche sulle prossime vetture di Volvo, l’azienda implementerà nuovi sistemi di monitoraggio alla guida con sensori e telecamere sofisticate in grado di contrastare e intervenire in seguito alla distrazione alla guida. Inutile negarlo: il corpo parla, ed è facile capire il livello di attenzione. Se la pupilla è ferma, se le mani sono fisse nello stesso modo da troppo tempo, è un segnale evidente che il pilota non è concentrato, e potrebbe avere problemi.

A Million More

Il sistema, pensato soprattutto per l’autostrada dove distrarsi e addormentarsi è più facile e frequente, va dal classico “bip” per riportare sulla terra il guidatore, fino a una totale presa di controllo del sistema sulla vettura, una volta constatato che chi guida non è più in grado di controllare il veicolo. In questo caso – che può avere motivazioni molteplici, su tutti un malore – il sistema porta lentamente la Volvo alla prima area di sosta disponibile (può essere anche un autogrill) mandando un segnale di emergenza ed evitando che l’auto, abbandonata a sé stessa, sia causa di incidenti più o meno gravi sia per gli altri che per l’autista leso stesso.

È un bene, quindi, che Volvo crei eventi come A Million More: il Volvo Studio di Milano, per l’occasione, è stato allestito con diversi simulatori che dimostrino la gravità del distrarsi alla guida, e l’entità degli incidenti anche a velocità che non potremmo pensare. Per esempio un simulatore, un videogioco, in cui il gamer è in una campagna svedese continuamente distratto da ostacoli quotidiani, come un animale che attraversa la strada, una mela o qualsiasi alimento che esce dal sacchetto e via dicendo. Oppure, la dimostrazione “delle sedie”: nessuno si butterebbe mai da un’altezza di circa 3 o 4 metri, ma nessuno sa che l’impatto di quella caduta provoca più o meno gli stessi danni di un incidente a 30km/h, ancora più grave se avviene in motorino o in bicicletta. O, ancora, la Bilancia dell’Elefante, che aumenta il peso di chi sale a seconda della velocità, per dimostrare che a 90 all’ora o anche di più l’impatto, e le lesioni, si aggravano proprio perché la velocità aumenta il nostro peso.

Elephants Scale

Ho apprezzato che Volvo, con A Million More, non si sia rivolta solo alla stampa specializzata. L’evento del 16 Ottobre era rivolto ad influencer estranei all’automotive, e a partire dalle 15.00 dello stesso giorno è stato aperto al pubblico che, previa registrazione, ha potuto toccare e sperimentare le stesse cose mostrare agli eventi per blogger, videomaker e giornalisti. Insomma, A Million More è un evento che trovo coerente con la politica di Volvo e la sua continua ricerca di una sicurezza al limite dell’ossessione – in senso positivo!

 

Total
0
Shares
Prev
Patronimico e matronimico in un Paese moderno ma tradizionalista
Patronimico e matronimico

Patronimico e matronimico in un Paese moderno ma tradizionalista

C’era una volta il patronimico, ovvero l’antico principio con cui si assegnavano

Next
Volvo di Erlend Loe: un libro squisitamente scandinavo
Volvo di Erlend Loe

Volvo di Erlend Loe: un libro squisitamente scandinavo

Un libro che potrebbe ingannare: Volvo di Erlend Loe non è certo la storia

You May Also Like