Rivelata a febbraio 2020, la Polestar Precept è una concept car con cui il marchio sportivo svedese, separatosi definitivamente da Volvo, vuole dire qual è la sua idea del futuro, ma anche essere la vera espressione del lusso raffinato scandinavo.
Un prototipo che si avvicina molto a quella che è un’auto di serie, e che è espressione di tutte le tre aree di interesse su cui Polestar vorrebbe focalizzarsi. Ma è anche, com’è ovvio per una concept car, un’anticipazione di quelli che saranno le caratteristiche estetiche delle prossime Polestar, vicine a Volvo ma anche indipendenti e originali.
Polestar Precept: 3 elementi basi
Polestar, che in questi giorni ha annunciato l’espansione in Danimarca, Finlandia e Austria nel 2021, ha per ora due modelli nel suo listino di vendite, per ora commercializzati in pochi paesi: la hyper car ibrida Polestar 1 e la Polestar 2, un’auto da famiglia completamente elettrica. Già in questi due modelli si può vedere il progressivo distaccamento stilistico dalle Volvo da cui queste vetture derivano: la Polestar 1 non si discosta molto dalla linea delle sue parenti strette, ed è infatti l’evoluzione della Volvo Concept Coupé del 2013.
Il design richiama sia all’anteriore che al posteriore quello di Volvo s60 e s90, con la pressoché unica differenza data dalle 3 porte, dalla forma coupé e dall’assenza del logo Volvo. La Polestar 2 invece è già un passo avanti e, pur nascendo sulla piattaforma CMA (la stessa della XC40), porta soluzioni stilistiche innovative e particolari, sempre all’insegna del tipico minimalismo del design scandinavo, e delle immancabili luci a LED a Mjöllnir, il martello di Thor che rende oggi riconoscibile qualunque Volvo.
Con Polestar Precept Concept, il marchio compie un ulteriore passo in avanti dal punto di vista del design, ponendosi come nuovo punto da cui partire per la costruzione delle prossime vetture. Il nome non è del resto un caso: Precept significa “precetto, regola, norma”, e anticipa i tre punti chiave che hanno portato allo sviluppo di questa vettura e che costituiscono quelli su cui dovranno basarsi le Polestar in arrivo: ovvero sostenibilità, tecnologia, design. Partiamo proprio da quest’ultimo.
Il design evoluto della Polestar Precept Concept
Nulla è lasciato al caso, e anzi i designer si sono impegnati al massimo per studiare l’aerodinamica di questo concept. Una vettura molto compatta, ma con delle soluzioni stilistiche visibili che enfatizzano la volontà dei produttori. Soprattutto guardandola dall’alto, notiamo come l’auto sia perfettamente simmetrica, con una forma quasi a clessidra o a infinito: sia l’anteriore che il posteriore si allargano rispetto all’abitacolo e hanno un perimetro arrotondato, mentre la carrozzeria si restringe sempre di più man mano che si arriva al centro della vettura, che quindi appare ben proporzionata.
Oltre a questo, sono state inserite delle prese d’aria dietro le ruote anteriori, per permettere all’aria di uscire dalle timonerie dando un flusso omogeneo nel lato della vettura. Le ruote posteriori, invece, hanno condotti per l’aria sia davanti che dietro, con funzione non tanto aerodinamica ma di ausilio al raffreddamento dei freni. Aerodinamico è anche il lunotto posteriore, che è praticamente piatto e poco inclinato rispetto al tettuccio; e anche i cerchi da 22 pollici presentano degli inserti aerodinamici.
A livello estetico, sono anche qui (naturalmente) presenti le luci a LED con design a martello di Thor, qui però diverse: rappresentano cioè l’unico disegno dei fari anteriori, sono più grandi e separati dal bordo orizzontale. Sono anche meno “morbidi” rispetto a quelli visti sulle Volvo in commercio, ma anzi hanno linee nette e squadrate simili alla vettura e al gruppo ottico posteriore, segno che anche questa Polestar vuole allinearsi alla nuova tendenza stilistica che privilegia delle linee molto tese. Di profilo, invece, si notano gli specchietti-telecamere, e le portiere con apertura ad armadio e maniglia a scomparsa. Mentre decisamente appariscente è il posteriore, il cui gruppo ottico è un’unica e sottilissima linea a LED che abbraccia il bordo della vettura, che per il resto gioca solo sul contrasto luce-ombra dato dalla rientranza centrale.
Anche gli interni sono molto minimalisti, e all’insegna della tecnologia. Il cruscotto è un display completamente digitale appena dietro il volante – quest’ultimo dalla linea sportiva, come denota il fatto che è tagliato in basso e che ha la linea per capire se le ruote sono perfettamente dritte. Più vistoso è il display verticale al centro della plancia, che per il resto non ha altri elementi se non una linea cromata che la percorre da lato a lato. Anche nell’abitacolo, molto luminoso grazie al tettuccio in vetro, si gioca di contrasti. Il contrasto cromatico, dato dalla plancia per lo più nera e dai quattro sedili indipendenti bianchi; il contrasto tra superfici lucide (come il volante, il poggia-gomito, i display) e opache, come la plancia nera nella parte superiore, grigia opaca nella parte inferiore.
Tecnologica e sostenibile
Oltre al design – naturalmente importante per una vettura di questo genere – gli altri due precetti alla base di questa concept car sono sostenibilità e tecnologia. Sostenibile prima di tutto perché anche questa Polestar, come già la 2, è elettrica. Inoltre, gli stessi interni di cui si è appena parlato, infatti, sono fatti in gran parte di materiale vegan e riciclato, come visto anche per la Polestar 2. Inoltre, il marchio svedese ha stretto una collaborazione con Bcomp per sfruttare un materiale naturale a base di lino da usare come sostituto di molte componenti in plastica, e che tra l’altro ha consentito di dimezzare il peso delle componenti interne, e di ridurre l’utilizzo della plastica dell’80%. Un materiale, che Bcomp chiama amplitex, che inoltre riduce le vibrazioni all’interno della vettura fino al 250%. Ecologici sono anche i tappetini, fatti di ECONYL (nylon riciclato recuperato da reti da pesca) mentre cuscini e poggiatesta sono di vinile a base di sughero riciclato dall’industria vinicola.
Già questo impiego di materiali riciclati è indice di tecnologia, visto che indica un attento studio del materiale e dei metodi per il suo riutilizzo. Ma la Polestar Precept Concept è tecnologica anche nelle sue funzionalità: il display verticale da 15 pollici visto prima monta un sistema d’infotainment basato su Android, lo stesso di Polestar 2 e delle Volvo XC40 Recharge PHEV e Recharge. Questo consente di avere tutti i servizi di Google, da Google Maps a Google Assistant, utile in auto per dei comandi vocali più avanzati e precisi. Tra l’altro, Polestar e Google hanno lavorato insieme per integrare Maps e gli ADAS della vettura, qui facenti parte di un unico sistema che consente delle manovre più precise e che tiene sempre conto delle condizioni del traffico, che il conducente può tenere d’occhio guardando nel cruscotto digitale di fronte a lui. Il display centrale contiene anche diversi sensori di prossimità che regolano la luminosità in base a dove si trova la mano dell’utente, e il contenuto dello schermo si adatta in base al suo movimento.
Il più piccolo display posto dietro al volante, che invece è da 9 pollici, contiene tutte le informazioni relative alla vettura (per esempio lo stato di ricarica, indicato anche da dei piccoli LED sui montanti) e gode del monitoraggio oculare: regola cioè le informazioni in base a dove guarda il conducente. I dettagli sono più piccoli se guardiamo al display, più grandi e visibili se stiamo guardando in strada.