C’erano dei Vichinghi nel Baltico che nessuno ricorda più

Siamo abituati ai vichinghi come i guerrieri scandinavi per eccellenza, ma per secoli scienziati e non si sono dimenticati di un popolo vichingo che si può confondere con quelli a cui siamo abituati: i vichinghi baltici. In Estonia settentrionale, nel 2018, gli archeologi hanno scoperto che una zona vicino alla costa un tempo nota come come Rävala era un luogo di sepoltura tanto da aver trovato i resti di ben 100 spade di epoca vichinga.


Inizialmente ritenute delle spade memoriali per i vichinghi che persero la vita nelle loro spedizioni dalla Scandinavia all’Estonia, la scoperta di un secondo luogo di sepoltura a pochi metri dal primo ha confermato che fossero vichinghi autoctoni, insieme al ritrovamento di gioielli e spille dello stesso periodo delle spade, indossate tipicamente dai guerrieri della Finlandia Sud-Occidentale e dell’Estonia settentrionale.

I Vichinghi baltici sono stati “snobbati”?

Nonostante sia molto importante a livello storico e archeologico, al di fuori dell’Estonia questa scoperta non ha avuto molta rilevanza. Secondo Marika Mägi, esperta di epoca vichinga e ricercatrice senior in archeologia medievale all’Università di Tallinn, l’idea che ci fossero vichinghi non scandinavi era “troppo assurda”, perché l’immagine del vichingo come guerriero proveniente da Danimarca, Svezia e Norvegia è così radicata da risultare impossibile aggiungere altre sfaccettature.

Ma la Mägi ritiene che i popoli baltico-finlandesi fossero anche vichinghi, e questo perché lei stessa studia l’età vichinga degli Stati Baltici e della Finlandia da più di 30 anni. Nel suo libro “In Austvegr: The Role of the Eastern Baltic in Viking Age / Communication across the Baltic Sea” rivela che le persone conoscono la storia dei Vichinghi che sì andarano a Ovest, conquistando l’Inghilterra, assediando Parigi e stabilendosi anche in Islanda, Isole Faroe e Groenlandia, oltre che nel Mediterraneo e in Sicilia.

Un po’ meno conoscono le spedizioni sudorientali (quelle dei vichinghi svedesi, i Variaghi), e i commerci con Costantinopoli. Quasi nessuno, invece, sa della presenza vichinga a est, in Estonia, Finlandia meridionale e in parti della Lettonia.

I vichinghi baltici nelle saghe

In epoca vichinga, queste zone erano popolate da due gruppi etnici: i Balti in Lituania e metà Lettonia; i finlandesi baltici in Estonia, Finlandia e nell’altra metà del Baltico. Popolazioni che si affacciavano sull’Østersøen (questo il nome del Baltico nelle lingue scandinave, che letteralmente significa “lago orientale”) e su quelle stesse coste importanti che rappresentavano porti di scalo per i vichinghi scandinavi che si dirigevano a Baghdad e a Costantinopoli.

Quando il tempo era troppo freddo per navigare, i vichinghi rimanevano sulle coste baltico-finlandesi per intere settimane. Proprio per questo, Mägi pensa che molti degli eventi narrati nelle saghe vichinghe che si credono ambientati in Russia potrebbero essere in realtà ambientati in questi luoghi.  “Quando si guardano le mappe dei fiumi russi, tutte le principali rotte marittime conducono attraverso i Paesi Baltici,  principalmente Estonia e Lettonia e il Golfo di Finlandia. Perché queste regioni sono raramente menzionate in relazione all’era vichinga?“, sottolinea Mägi.

Alcune saghe nordiche, effettivamente, confermano quanto dice. Oltre ai già citati ultimi ritrovamenti, nel 2008 e nel 2010 a Saaremaa, l’isola più grande dell’Estonia, gli archeologi hanno trovato due navi con chiglia di origine scandinava, su cui giacevano le ossa di 41 vichinghi morti in battaglia molto probabilmente in uno scontro con altri vichinghi, nell’anno 750 – cosa che conferma che i vichinghi scandinavi dell’epoca più antica attraversarono anche baltici e finlandia.

L’isola estone di Saaremaa

E proprio nelle saghe viene descritto questo evento, perché menzionano le incursioni degli scandinavi in Finlandia e nell’Austrvegr, il termine norreno che indica gli odierni paesi baltici. Mägi però sottolinea che i gioielli e le decorazioni ritrovati più di recente dimostrano che la cultura vichinga scandinava si fosse diffusa anche tra i finlandesi del Baltico, che quindi intraprendendo a loro volta delle incursioni divennero dei “vichinghi baltici”.

Dobbiamo smetterla di considerare i vichinghi come un’etnia particolare proveniente dalla Scandinavia. Nelle saghe islandesi, gli estoni vengono definiti anche ‘vikingr frá Estland'”. continua Marika Mägi. Inoltre, nella Cronaca rimata livoniana del XII secolo si racconta anche che gli abitanti di Saaremaa non temessero nessuno, perché avevano navi con cui saccheggiavano cristiani e pagani nei paesi limitrofi, proprio come i vichinghi. Del resto, riprendendo le parole dell’archeologa, “I vichinghi non erano qualcosa che si era [quelli erano i norreni, ndr], ma qualcosa che si faceva. […] Una miscela distintiva di guerrieri, pirati e mercanti. Questo stile di vita ha influenzato la cultura non solo in Scandinavia, ma anche, in misura variabile anche Finlandia, Estonia e Lettonia a partire dall’anno 800“.

No, i vichinghi non erano un popolo omogeneo

A confermare questa ulteriore tesi c’è lo studioso danese di DNA Eske Willerslev che, insieme al suo team, nel 2020 ha pubblicato un’ampia mappatura del DNA di centinaia di scheletri provenienti da tombe vichinghe in tutta Europa. Lo studio dimostra che i vichinghi non erano un popolo omogeneo né etnicamente definito, ma un gruppo composto da molte etnie diverse. Una cosa che già era stata confermata nel libro Il vichingo nero“.

Libri sui vichinghi

Ma, allora, da dove arriva l’idea del vichingo come etnicamente solo scandinavo, imponente e biondo? Al pari di tutte le altre ideologie romanzate sull’epoca medievale, bisogna andare al XIX secolo e al movimento romantico. In questo periodo, infatti, artisti e intellettuali si sono dedicati alla storia antica delle popolazioni alla ricerca di tratti caratteristici che plasmassero lo spirito nazionale. In Italia, lo sappiamo bene, c’è il mito dei Romani come antenati degli italiani.

Per la Scandinavia, molti si concentrarono sui vichinghi, che a bordo delle loro navi caratteristiche esplorarono il mondo sottomettendo anche alcune delle più potenti popolazioni europee. Come spiega Kasper H. Andersen, storico presso il Moesgaard Museet di Aarhussi è costruita l’era vichinga come un periodo storico e il vichingo come un concetto strettamente legati al forte popolo scandinavo“. Questo ha però escluso le popolazioni baltiche, sottomesse all’Impero russo in quel periodo. E quando hanno ottenuto l’indipendenza definitiva dall’URSS, a fine XX secolo, ovviamente il movimento romantico e le sue idee nazionaliste erano state superate da un pezzo: condizione che ha permesso al vichingo di “diventare” solo scandinavo.

Sicuramente l’interesse estone, così come l’entusiasmo, contribuisce alla sempre più evidente volontà dell’Estonia di essere considerata un paese scandinavo, come già avviene per la Finlandia. Ma a parte questa ricerca di cambio di immagine, la ricerca è vera: troppo spesso si confondono i vichinghi, dei temibili mercenari, con i norreni, popolazione effettivamente scandinava a sua volta molto spesso vittima dei saccheggi e dei soprusi di questi potentissimi guerrieri provenienti da tutto il Nord, ma non solo.

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