La Scandinavia, o meglio il Nord Europa se includiamo anche la Finlandia, è nota per essere una regione con un livello di parità di genere relativamente elevato. Sebbene le approccio al femminismo e il livello effettivo di uguaglianza possano variare da paese a paese, l’Indice di Disuguaglianza di Genere del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP) posiziona i paesi scandinavi e la Finlandia tra i “meno disuguali” al mondo.
Eppure, proprio queste regioni sono colpite dal “Paradosso Nordico”, ovvero una grande emancipazione femminile a cui però sembrano affiancarsi numerosi episodi di violenza domestica proprio nei confronti delle donne. Cerchiamo di scoprirne di più.
In Scandinavia c’è un’emancipazione completa?
L’indice utilizza tre metriche per valutare l’ineguaglianza in un dato paese si basa su:
- Salute riproduttiva
- Mercato del lavoro
- Empowerment (che include potere politico ed educativo)
Una classifica ampiamente soddisfatta da Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia, ma ciò non implica che l’uguaglianza di genere in Scandinavia sia una questione risolta. Ci sono ancora significative differenze nella parità salariale e nei ruoli manageriali per le donne. Inoltre, la propensione verso la “Janteloven“ (ovvero la tendenza a criticare il singolo se si espone troppo, detta in modo forse troppo semplificato) in Scandinavia significa che denunciare l’ineguaglianza è generalmente accolto con un silenzio impenetrabile.
Infine, la mancanza di accettazione della diversità porta a una minore enfasi sul femminismo intersezionale, escludendo così ampie fasce della popolazione femminile, tra cui donne trans, donne musulmane, donne di colore e donne immigrate – tutti temi non a caso sempre presenti nei Pride scandinavi.
Il Paradosso Nordico e la disuguaglianza insospettata
Il termine “Paradosso Nordico” descrive il divario tra i livelli elevati di parità di genere nei paesi nordici (come descritto sopra) e i tassi elevati di violenza tra partner intimi. Questo concetto può essere spiegato in più modi: in primo luogo, le donne in questi paesi potrebbero sentirsi più abilitate a individuare e segnalare gli abusi, quindi i tassi sono più alti rispetto ad altri paesi.
Senza contare, comunque, le differenze tra i reati: ad esempio, in Italia non esiste a livello legislativo il concetto di “consenso”, mentre nei Paesi Scandinavi una persona rischia se insiste, nonostante l’altra abbia esplicitamente espresso “No”. Già solo questo fa aumentare i casi di violenza di genere registrati, aggiunto al fatto, come detto, che in Nord Europa c’è più fiducia nelle autorità.
In secondo luogo, c’è l’effetto backlash, che implica che nei paesi con alti livelli di parità di genere, vi sia una rottura con i tradizionali ruoli di genere, portando a conflitti e aumenti di violenza quando i partner cercano di affermare il controllo sulla relazione in risposta alla crescente emancipazione delle donne.
Tra appuntamenti, matrimoni e divorzi
Le norme di appuntamento in Scandinavia sono notevolmente diverse da quelle di altre parti del mondo. Non c’è una vera e propria “corte” romantica e l’appuntamento è piuttosto informale. Solitamente si divide il conto, a meno che una delle parti non indichi diversamente, e ci si incontra direttamente sul luogo dell’appuntamento. L’intimità al primo appuntamento non è considerata negativa o incompatibile con una relazione a lungo termine.
La chiarezza è fondamentale nelle relazioni scandinave. I giochi mentali non sono ben accetti; le persone vogliono sapere dove stanno e cosa state cercando, che sia una relazione casuale o qualcosa di più duraturo. Sebbene non ci sia una “personalità scandinava tipica”, è vero che gli Scandinavi possono essere più riservati finché non vi conoscono bene, quindi prendersi il tempo per fare domande e ascoltare attentamente renderà sicuramente i vostri appuntamenti più piacevoli.
Le app di incontri come Hinge, Tinder, Bumble, Feeld e Grindr sono molto popolari in Scandinavia.
Il matrimonio
Il matrimonio in Scandinavia è piuttosto diverso da altre parti del mondo, poiché non c’è molta tradizione intorno all’obbligo di sposarsi prima di avere figli. Nonostante ciò, è comune celebrare matrimoni in chiesa. Il matrimonio tra persone dello stesso sesso è legale in tutti i paesi nordici, a partire dalla Svezia nel 2009 fino alla Finlandia nel 2017.
I tassi di divorzio in Scandinavia sono piuttosto elevati, con Danimarca, Svezia e Finlandia che occupano rispettivamente il 10°, l’11° e il 12° posto a livello mondiale. Questi tassi sono significativamente superiori alla media globale dei divorzi per il 2022, che è stata di 1,6 divorzi per 1.000 persone (solo la Danimarca ha una media di 2,7).
In generale, insomma, si nota certo una notevole emancipazione. Ma proprio questi valori così aperti provocano spesso contrasti tra autoctoni e persone provenienti da altre parti del mondo, sia perché loro non accettano questo concetto di libertà, ma spesso anche a causa di politiche di integrazione inefficienti. Ciò si traduce in un generale astio verso alcune culture e religioni, come quella musulmana, che sfocia in un razzismo più o meno silente e, come detto, in un femminismo non ancora attento a tutto.