Lingue nordiche: devo saperle per vivere in Scandinavia?

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“Devo sapere le lingue nordiche per vivere in Scandinavia?”. La domanda che ci arriva più spesso, e che si trova altrettanto spesso sui gruppi Facebook dedicati agli italiani nei vari paesi nordici. Questa domanda viene probabilmente dall’ottima reputazione che riguarda gli scandinavi e l’inglese, e che li vede sostanzialmente come popolazione bilingui. Sicuramente è una reputazione basata sulla realtà, ma questa questione che compare ciclicamente sui gruppi merita una risposta approfondita: ecco quindi se è necessario sapere o meno le lingue nordiche per vivere nei Paesi Nordici!


Questo articolo è stato scritto in collaborazione con l’Istituto Culturale Nordico.

Le lingue nordiche e il bilinguismo

Partiamo, quindi, dalla credenza diffusa che riguarda i paesi Scandinavi: il bilinguismo. In effetti, è una credenza che si basa sul vero. In qualunque paese nordico voi andiate, dalla Scandinavia propriamente detta alla Finlandia all’Islanda, l’inglese viene parlato molto bene dai locali, non solo giovani ma anche di età avanzata.

Il motivo della loro ottima conoscenza dell’inglese non è dovuto solamente alla loro vocazione internazionale, anche perché contrariamente a quanto si pensi tutti gli scandinavi sono molto attaccati alla loro lingua e alle loro tradizioni. È più una questione di famiglia linguistica: tralasciando la lingua finlandese, che non è indoeuropea ed è imparentata con estone e ungherese, tutte le altre lingue nordiche fanno parte delle lingue germaniche settentrionali che, a causa dei vichinghi e dei normanni, hanno sensibilmente influenzato l’inglese delle origini, influenza che si nota ancora oggi soprattutto a livello grammaticale.

La struttura soprattutto del danese (e per senso lato anche del norvegese), e dello svedese, è quindi molto simile a quella dell’inglese, così come ci sono molti termini simili se non uguali nello scritto, che cambiano nella pronuncia e che rendono molto semplice l’apprendimento per gli scandinavi. Il vero fattore che fa la differenza tra loro e il resto d’Europa – non solo l’Italia infatti pecca nella conoscenza dell’idioma britannico! – è che i bambini scandinavi iniziano a parlare e a studiare l’inglese molto presto, ancora prima delle elementari. In ultimo, non hanno una forte tradizione di doppiaggio a parte per i cartoni animati, per cui la maggior parte dei contenuti importati dall’estero vengono lasciati in lingua originale con i sottotitoli.

Come iniziare a studiare le lingue nordiche?

La presenza di corsi di lingue scandinave, in Italia, è ancora molto limitata, anche se si stanno facendo passi avanti. Lo svedese è sicuramente quello con più corsi privati, mentre soprattutto per il danese e il norvegese la quasi unica possibilità a livello istituzionale è quella di iscriversi alla facoltà di Lingue e Letterature Straniere e scegliere Lingue Scandinave. Questa facoltà c’è, per esempio, all’Università degli Studi di Milano, a Firenze e naturalmente alla Ca’ Foscari di Venezia, forse la migliore in Italia per l’apprendimento di idiomi stranieri. Comunque, su questo sito potrete confrontare le varie facoltà e vedere in quali atenei italiani vengono insegnate.

Tolta l’Università, fondamentalmente l’unico ente dove poter imparare la lingua seguendo la stessa metodologia accademica è l’Istituto Culturale Nordico, i cui nuovi corsi trimestrali ripartiranno il prossimo 27 Marzo 2023. L’Istituto prevede corsi online di circa 1h e 20 con classi di massimo 12 o 13 partecipanti, per un totale di 10 lezioni a 299,00 € (circa 30,00 € a lezione con possibilità di preiscrizione gratuita per il livello A1.1). La novità del nuovo trimestre, inoltre, è la possibilità di ascoltare la lezione in un secondo momento, grazie alle nuove funzionalità di Zoom.

L’Istituto propone corsi di danese, svedese, norvegese, finlandese e islandese, tenuti da personale preparato o madrelingua (la stessa direttrice, Anna Brännström, è svedese e lo insegna). Oltre all’attestato di partecipazione, il corso prepara a tutti i livelli QCER (da A1 a C2). Trattandosi di un istituto Culturale, non mancano seminari organizzati dalla direttrice culturale Luisella Sari, dottoressa di Ricerca in Filologia Germanica e autrice del libro “Rune Scandinave” (Hoepli, qui la nostra intervista) sul mondo runico e sulle antichità nordiche. Per tutte le info, vi rimandiamo al sito ufficiale.

Da autodidatta

Ci sono anche possibilità per studiare da autodidatta. Un buon modo per iniziare è scaricare app come Babbel o Duolingo, che sono inutili per la grammatica ma ottime per la pronuncia e per avere un’infarinatura della lingua. Inoltre, i loro piani di abbonamento sono molto accessibili e quindi potrete anche capire se sono lingue che fanno per voi o meno. Una volta che avete capito di voler proseguire, dovrete comprare una grammatica. Qui vi consigliamo le grammatiche di Hoepli, usate anche nelle Università e scritte da madrelingua insieme a professori italiani. Sono complete anche di CD-Rom, e ce n’è uno per ogni lingua, tranne che per l’islandese. Di seguito tutti i link:

 Lo studio da autodidatta è più faticoso, ma più libero e quindi, potenzialmente, anche più veloce. Ricordate di integrare lo studio con l’ascolto e/o la visione di film e serie tv in lingua originale (ci sono anche su Netflix) per abituarvi alla pronuncia e per imparare anche modi di dire locali.

Conoscere le lingue nordiche è utile per tanti motivi

In sostanza, la risposta è sì: gli scandinavi sono una popolazione ormai bilingue. Ma, come detto, non significa che parlino l’inglese anche tra di loro. Se la continua presenza delle loro bandiere in tutti i formati non basta a capire la loro fierezza, viaggiando in Danimarca o Svezia e uscendo, potrà capitarvi di fare la conoscenza di un gruppo di amici locali, di solito piuttosto socievoli e inclini a fare amicizia (specie se c’è dell’alcol di mezzo) e a parlare con voi in inglese. Ma tra di loro, comunque, tenderanno a parlare nella loro lingua. Questo per far capire che, comunque, gli idiomi locali non stanno venendo affatto abbandonati.

Ecco perché, secondo chi scrive, anche nei paesi scandinavi è necessario sapere la lingua, per diversi motivi:

  • Università. Se volete fare l’Università in Scandinavia, in molti casi vi sarà richiesto di avere un buon livello di conoscenza della lingua nazionale. Questo non vale per le magistrali, che sono per la maggior parte in inglese (anche se dipende da Paese e Università), quanto soprattutto per le triennali e per le facoltà a ciclo unico. Ogni tanto capita qualche studente interessato a fare medicina o giurisprudenza in Scandinavia, che si stupisce di dover sapere la lingua. Ho pensato che un buon metodo per capire le motivazioni di questa richiesta è formulare questa domanda: “Tu andresti da un medico che non sa parlare italiano?”.La risposta è, ovviamente, no. Ho, comunque, intenzione di approfondire la questione negli articoli dedicati a Come studiare in Scandinavia, in uscita a breve.
  • Lavoro. Anche nel lavoro è utile sapere la lingua locale. Tralasciando le grosse multinazionali, come B&O o IKEA, o altri casi specifici o di lavoro d’ufficio per cui si viene assunti proprio perché stranieri e quindi utili per i contatti con l’estero, è bene sapere la lingua locale per lavorare in Scandinavia. La conoscenza della lingua è molto utile se si lavora con il pubblico, quindi nei negozi, nei ristoranti, nei bar, e via dicendo, dove quindi bisogna confrontarsi quotidianamente con la popolazione locale. Anche in questo caso, comunque, bisogna tenere conto di dove si vive: le città grandi, le capitali, sono più flessibili a livello linguistico; mentre le città piccole potrebbero presentare maggiori difficoltà se non si sa niente della lingua locale. La conoscenza della lingua non è richiesta, o lo è poco, per steward e hostess e altri lavori riguardanti le fiere, che si basano sull’internazionalità e quindi puntano tutto sulla conoscenza dell’inglese.
  • Amici e integrazione. Anche in questo caso, bisogna rispondere alla domanda “devo sapere la lingua” chiedendosi se a noi non fa piacere che uno straniero voglia imparare l’italiano. La conoscenza della lingua è alla base del processo integrativo. Inoltre, chi scrive ha notato, nella sua esperienza, che gli scandinavi si stupiscono positivamente se una persona, anche solo per passione, decide di studiare la loro lingua, forse perché consapevoli della difficoltà di apprendimento (specie per gli italiani!) di lingue molto poco parlate. Al di là di questo, sapere o comunque far vedere un certo impegno nell’apprendimento della lingua e, quindi, nella voglia di conoscere usi e costumi locali è forse la via migliore per farsi dei nuovi amici che non siano solo altri italiani o stranieri residenti lì.

È difficile apprendere le lingue?

Una domanda a cui è più difficile rispondere, perché la velocità e la facilità dell’apprendimento di una lingua varia da persona a persona. Sicuramente, comunque, le lingue nordiche non sono semplici, anche perché molto distanti dall’italiano. Le lingue scandinave moderne, danese, svedese e norvegese, sono le più semplici, sia per l’affinità grammaticale con l’inglese e, in parte, con il tedesco, sia per la forte presenza di termini importati da italiano, inglese e francese. L’islandese ha delle sue peculiarità, in quanto lingua che si è preservata intatta, quasi senza mutamenti, per mille anni e quindi appare piuttosto rustica.

Ad ogni modo, comunque, la cosa che risulta più difficile è la pronuncia (soprattutto per il danese) per via delle lettere speciali, come la cosiddetta soft D del danese, la Ø, la R, la Å e la G, quest’ultimo un suono diverso sia tra le lingue scandinave e l’italiano sia tra le singole lingue scandinave stesse. Anche il lessico può risultare ostico, mentre bisogna fare l’abitudine all’assenza di forme grammaticali come il congiuntivo e il condizionale, che quindi rendono difficile per un italiano formulare alcune frasi.

Discorso a parte per il finlandese, che è la lingua più difficile. Il Finlandese non è una lingua germanica, ma una lingua del gruppo ugrofinnico, una famiglia di idiomi che non è nemmeno indoeuropea. Per questo motivo, ha una struttura grammaticale completamente diversa da quella di qualsiasi altro idioma europeo (tranne l’estone e l’ungherese, appartenenti allo stesso ceppo) così come un lessico e una fonetica molto particolare. Ciò che “salva”, nell’apprendimento, è la lunga dominazione svedese che ha influenzato il lessico finlandese, quindi sicuramente qualche richiamo ad altre lingue lo si riesce a trovare. Ciò che può essere utile, comunque, è che la Finlandia è una nazione con due lingue ufficiali: oltre al finlandese, la lingua più parlata, anche lo svedese è rimasto lingua nazionale, parlata da un buon 15-20% della popolazione. Per cui, se studiate lo svedese, avete possibilità lavorative anche nella piccola Repubblica Sami.

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