Tutti noi siamo cresciuti leggendo, ascoltando, guardando almeno una fiaba di Hans Christian Andersen, il celebre scrittore danese autore, tra le altre cose, di Den Lille Havfrue, che noi conosciamo come La Sirenetta. Per chi non lo sapesse, Hans Christian Andersen era di Odense, oggi la terza città della Danimarca. E non solo lui: anche Carl Nielsen, il celebre compositore, deve i suoi natali alla più grande città dell’isola di Fyn, nota in italiano come Fionia.
Una città, quindi, estremamente nobile e patria di tante importanti personalità, sia passate che moderne (anche la famosa cantante pop MØ è nata in questa città). Una città dalle origini divine: il suo nome infatti è l’unione di Odins Vé, che in danese antico significa “Santuario di Odino”. È una delle città più antiche della Danimarca: fu fondata, infatti, nel 988 e ormai 32 anni fa ha festeggiato il suo millenario. L’amministrazione danese, per l’occorrenza, ha piantato un intero bosco nei dintorni di Odense, chiamato Tusindårsskoven, la “foresta dei mille anni”. La sua importanza religiosa e simbolica fu mantenuta anche nel passaggio dalla religione norreno a quella cristiana: per tutto il Medioevo, infatti, du meta dei pellegrini scandinavi che venivano a venerare Knud Den Hellige, Canuto il Santo, nell’omonimo santuario.
La città, proprio per i suoi legami con il mito, la religione, la letteratura, è oggi un importante centro culturale ed è forse la più importante città danese per quanto riguarda i monumenti storico-artistici. È inoltre un attivo porto commerciale, e sede di tante industrie diverse, da quelle metallurgiche a quelle dell’abbigliamento, del tabacco, alimentari e cantieristiche. È inoltre sbocco di tutti i prodotti agricoli (e non solo) dell’isola di Fyn, nonché importante nodo stradale in quanto si trova sull’asse ferroviario che unisce Copenhaegn e Sjælland al continente. Qui, inoltre, si trova il più grosso cantiere navale della Danimarca (Odense Steel Shipyard, del gruppo Møller-Mærsk), la sede della televisione commerciale TV2. È inoltre sede della Syddansk Universitet, l’Università della Danimarca meridionale (Syddanmark è la regione a cui Odense appartiene).
Come arrivare a Odense dal’Italia
Questa è la prima guida, in questo sito, su una città che non è Capitale di un Paese Scandinavo. Come spesso succede, non ci sono voli diretti (o sono molto rari) per la città di Andersen, per cui bisogna necessariamente fare scalo da qualche parte. Gli unici voli diretti sono quelli della compagnia scandinava SAS, che però non sono sempre alla portata di tutti, e in generale ci sono solo nelle principali città italiane: Milano (soprattutto) e Roma.
Un consiglio, per risparmiare qualcosa, è prendere un volo diretto per Copenhagen con Ryanair, Wizzair o EasyJet, e poi scegliere cosa è più conveniente al momento tra treno diretto Copenhagen-Odense o Flixbus, con quest’ultimo che in tantissimi casi si rivela una soluzione estremamente conveniente (per esempio per attraversare l’Øresundbron da Copenhagen a Malmö e via dicendo). È anche difficile, al momento, quantificare i voli per Odense e in generale per la Danimarca: ci troviamo infatti in un periodo complicato, in piena pandemia di COVID-19, con casi che, sia in Danimarca che in Italia, stanno risalendo e addirittura nel Paese Scandinavo stanno tornando alcune misure di contenimento. Per sapere la situazione vi invitiamo a consultare il sito ufficiale del ministero competente, sia danese sia italiano.
Detto questo, comunque, torniamo allo spirito leggero e informativo, dando un’occhiata alle cose più belle e interessanti della città di Odino!
1. Odense Domkirke
Non potevamo non iniziare da lei, la Cattedrale di Odense o Cattedrale di San Canuto, dedicata appunto al leggendario Re Danese Canuto il Santo, del quale all’interno si trova il santuario di cui si diceva sopra. La Cattedrale, una delle più grandi della Danimarca, è in stile romanico con elementi in forte stile gotico, e ovviamente è una perfetta cattedrale scandinava, con le sue forme spigolose e particolari, e l’immancabile mattone rosso.
Spicca il grande campanile con il tetto estremamente appuntito, sotto il quale si trova anche l’ingresso alla cattedrale, L’ingresso è però quasi nascosto dall’enorme finestra che la sovrasta, che sembra ancora più grande grazie alla cornice. Si dice che Kund den Hellige, Canuto il Santo, fuggì da una forza di ribellione e si rifugiò dentro la Chiesa di Sant’Albano, una chiesetta di legno nell’allora villaggio di Odense. I ribelli lo trovarono e lo uccisero (secondo la leggenda mentre pregava, secondo gli esami scientifici invece gli fu spaccato il cranio). Fu santificato nel 1101, più per ragioni politiche: la Chiesa infatti non voleva assecondare le volontà e i desideri del suo successore, il fratellastro di Knud Olaf I.
2. Andersen Haven
Non lontano dalla Odense Domkirke si trova il Giardino di Odense, ovvero un grande spazio verde all’interno della città. Venirci in primavera è davvero magico, perché in questo parco più che altrove si può capire il motivo per cui Odense sia chiamata la città dei fiori, e perché qui si tenga ogni anno un festival dedicato ai fiori.
Dentro il Giardino di Andersen, infatti, si trovano delle grandi e splendide composizioni floreali, oltre a gelaterie, statue (naturalmente, anche quella di Andersen), nonché una riproduzione in scala ridotta della grande muraglia cinese. Se state cercando un luogo ideale per fare un picnic, non c’è posto migliore di questo.
3. Odense Rådhus e Flakhaven Plads
Sempre passeggiando per il centro, non si può non ammirare la bellezza e grandezza di Flakhaven Plads, nucleo principale di Odense dove si trova anche il Rådhus, il municipio di Odense. Quest’ultimo svetta su tutta la piazza grazie alla sua imponente architettura, i cui merletti non devono ingannare: l’edificio, che alterna mattone rosso a pietra bianca, è infatti in stile neogotico e neorinascimentale (fortemente ispirato allo stile gotico e rinascimentale italiano) e risale al XIX secolo. Il municipio odierno, progettato dagli architetti Carl Lendorf e JD Herholdt, sorge sullo stesso sito del vecchio municipio, realizzato 400 anni prima. Di fianco al municipio si trova un muro commemorativo per i residenti più importanti della città, che oggi ospita 35 personalità originarie di Odense: oltre a Andersen e Nielsen, anche Morten Korch, CF Tietgen, Thomas Thrige e Thomas Kingo.
Flakhaven Plads, la piazza in cui si trova il municipio, compare tra le citazioni per la prima volta nel 1496, anche se è più antica (XIII secolo) ed è sempre stata la principale piazza commerciale di Odense, dove si commerciavano legno, zoccoli, ceste e terracotta. Nelle vicinanze doveva trovarsi anche la tenuta reale di Knud il Santo, e anche il tribunale. Da Flakhaven parte Vestergade, una delle strade pedonali più lunghe della città, piena di negozi e bar tipici, e insieme alla quale Flakhaven ogni anno ospita il festival dei fiori, e diversi eventi. Qui si tengono anche diversi concerti. In ultimo, a Flakhaven si trovava anche la Odinstårnet, la torre di Odino, costruita nel 1935 e seconda solo alla Tour Eiffel di Parigi tra gli edifici più alti d’Europa. Tuttavia, fu fatta esplodere nel 1944 dai nazisti e non fu più ricostruita.
4. Den Gamle Kro
Una tappa obbligata è sicuramente questa vecchia locanda, sita in una casa graticcio, tipicamente storta come solo le antiche casette danesi sanno essere, e che si trova in città dal 1683. Questa locanda è perfetta per assaggiare gli Smørrebrød, i tipici panini aperti farciti di carne fredda, formaggio o pesce.
Inoltre, la sua tipicità si riconosce dal fatto che il menu cambia di mese in mese, a dimostrazione dell’attenzione verso i prodotti di stagione (anche se onnipresenti sono i piatti tipici danesi, quali anguilla affumicata e aringhe.
5. Møntergården, per un’atmosfera antica
Odense è piena di angoli bellissimi e perfettamente “instagrammabili”. Ma su tutti spicca Møntergården, davvero un angolo senza tempo della città. È un quartiere di edifici molto antichi, su tutti l’Osterbyesgard, un edificio in graticcio risalente al XVII secolo che ospita il Bymuseet, il museo cittadino che ripercorre la storia di Odense e dell’isola su cui sorge (Fyn) dall’epoca dei Vichinghi al XX secolo.
Il museo si disloca per tutto Møntergården, e quindi è l’occasione per rilassarsi e ammirare tutte le pittoresche casette danesi. Molto interessante è la parte del museo dedicata al Medioevo danese, ricco di storia e di eventi mozzafiato.
6. Oltre Hans Jensen Stræde: i luoghi di Andersen
L’Inghilterra con Shakespeare, la Repubblica Ceca con Kafka, la Toscana con Dante e Petrarca: ovunque nasca uno scrittore la cui opera rimane indelebile nel tempo, gli appassionati sono spinti a ripercorrere i suoi luoghi d’origine. Ecco quindi che Odense si è attrezzata per rendere l’atmosfera il più fiabesca possibile. Andersen nacque all’angolo della Bangs Boder: la sua casa natale è oggi un museo, che però conserva l’umiltà delle origini di questo tormentato scrittore, nonché l’architettura molto particolare: Andersen era figlio di un calzolaio in rovina, per cui crebbe in un contesto di forte povertà (la Danimarca, come la Scandinavia del resto, era un paese molto povero). All’interno del museo di Hans Christian Andersen è possibile vedere i suoi manoscritti, i suoi disegni, e i suoi oggetti personali, ed è ovviamente possibile comprare qualsiasi suo libro in diverse lingue, dal danese all’inglese, e anche in italiano.
Dopo aver visto la casa natale di Andersen, ci si sposta nella sua casa d’infanzia, dove lo scrittore visse da quando aveva 2 anni a quando ne aveva quattordici. È una tipica casetta a graticcio danese, con un tetto molto spiovente e che tra l’altro la famiglia di Andersen non riusciva a tenere solo per sé: le loro condizioni erano talmente estreme, che condividevano la dimora con la famiglia di un guantaio, che viveva nel soggiorno. All’interno, la disposizione dei mobili è stata studiata per conformarsi ai personali ricordi dell’autore, e alla sua infanzia.
Per concludere il tour di Andersen, che è bello fare soprattutto con i bambini, si arriva a Fyrtøjet (letteralmente, l’accendino). Si trova al civico 21 di Hans Jensen Stræde, ed è uno spazio culturale dove il mondo del celebre scrittore allieta i bambini con cantastorie e personaggi in costume, e altre attività interattive che possono vedere i bimbi stessi scrivere e leggere le proprie favole.
7. Brandts Klædefabrik: l’enorme ex fabbrica di Odense
Ecco un tipico esempio di riutilizzo edilizio alla danese: questo complesso era inizialmente un insieme di fabbriche tessili, che si trovava nel quartiere latino di Odense. In tempi moderni, però, la struttura è stata recuperata e ora è uno dei punti di ritrovo più ricchi e affollati della città: ci sono diversi cadde, un cinema, sale da concerto, addirittura studi di artisti e laboratori, nonché sale studio per gli studenti. Sono tante le istituzioni culturali di questo ambiente estremamente giovane, che permette anche di fare un po’ di shopping attraversando il Brandts Passage.
8. Carl Nielsen Museet
Il museo dedicato all’altra grande personalità storico-artistica di Odense, Carl Nielsen. Nel museo a lui dedicato (Nielsen nacque a pochi km a sud di Odense), si trova la cronologia della sua vita e delle sue opere musicali, esperienza arricchita con l’esposizione dei suoi beni, tra cui il uso scrittoio e i suoi strumenti per scrivere, che i suoi figli donarono al museo dopo la sua morte.
Molto affascinante è il fatto che questa istituzione adatta i suoi orari di apertura in modo da sincronizzarsi con il programma dell’Orchestra Sinfonica di Odense: i visitatori possono abbinare la visita al museo a una delle sue sinfonie subito dopo. Nulla di meglio per gli amanti della musica.
9. Galleri Galschiøt: la scultura moderna di Odense
A Odense, come detto, l’arte è ancora vivissima. Per questo è possibile passare dal museo di un compositore “antico” alla galleria di uno scultore moderno: Jens Galschiøt è infatti uno degli artisti danesi più famosi al mondo, le cui opere fortemente concettuali vengono esposte in tutto il mondo.
L’artista ha scelto Odense come sede negli anni Settanta, e negli anni Ottanta ha dato vita a questo sui studio e spazio espositivo di 10.000 metri quadrati, che lo rende uno dei laboratori d’arte privati più grandi della Danimarca. L’ingresso è gratuito, e all’interno ci si fa strada attraverso la fonderia di bronzo degli scultori. C’è poi un giardino pieno di statue, una galleria esterna, e una più grande coperta con tutto il lavoro di Galschiøt.
10. Nei dintorni di Odense: Brændekilde
Odense ha molto da offrire anche per quanto riguarda i suoi dintorni, pieni di bellezze paesaggistiche e architettoniche. La prima è sicuramente Brændekilde, un villaggio di 318 abitanti nel 2020 ora frazione/distretto di Odense, da sempre poco popolato ma da sempre fucina di talenti di diverso tipo, come il celebre linguista Rasmus Rask (tra i più importanti e iniziatori dello studio delle lingue indoeuropee e neolatine), o il pittore Hans Anders Brendekilde.
Il villaggio è fatto per lo più di campi, ma assolutamente da vedere è la Brændekilde circa, chiesetta squisitamente bianca, e squisitamente scandinava, che si trova nella parte più orientale del villaggio. Fu costruita tra il 1515 e il 1530, anche se la massiccia torre è più antica. La chiesa fu proprietà di Christoffer Gabel, mercante danese e governatore di Copenhagen, fino a quando morì nel 1673, e poi passò al genero Didrik Schult, la cui vedova vendette la chiesa a Kronen, che la incorporò nella tenuta di Funen (vedi sotto). Solo nel 1934 la chiesa divenne libera dalla proprietà privata. Comunque, lo stile è tardo gotico in pietra di monaco, e su tutto spicca il frontone riccamente decorato.
11. Den Fynske Landsby
Il Fynske Landby (o villaggio di Funen/Fionia) è la tenuta di cui si parlava sopra, è oggi è un museo a cielo aperto che conserva delle casette danesi perfettamente conservate: si può ammirare la loro architettura particolare, con le mura basse e i tetti spioventi, e soprattutto le linee piacevolmente storte. Gli edifici più antichi sono del Cinquecento, quelli più recenti dell’inizio del Novecento, e sono distribuiti in cinque fattorie (tra cui un mulino), una scuola, un fienile, e una locanda.
Il museo vuole trasmettere sia storia architettonica, per mostrare appunto le tipiche abitazioni danesi delle fasce più umili e agricole; si Astoria agricola e sociale: ci sono tanti oggetti originali, e soprattutto è interattivo. Ogni giorno, infatti, gli addetti del museo indossano costumi tipici e si dedicano alle attività quotidiane dei danesi antichi, come l’allevamento degli animali, il lavoro nelle botteghe, o la preparazione della birra.
12. Egeskov Slot: a Odense il castello meglio conservato della Danimarca
Costruito nel 1554, è considerato a ragione il più bel castello della Danimarca, e uno dei castelli più belli d’Europa (sicuramente è il meglio conservato): nulla è infatti cambiato dal XVI secolo ad oggi, nel suo aspetto estetico. Lo stile è tipicamente danese, con le sue guglie irregolari, i suoi tetti appuntiti e sviluppati in altezza, l’immancabile mattone rosso.
Egeskov si trova nel mezzo di un piccolo lago, tutto circondato dall’acqua dalla quale si solleva grazie a dei pali di quercia. È quindi una tenuta signorile molto ben fortificata e protetta, in quanto risale al periodo della Riforma protestante, e quindi a tanti disordini civili. È questo il motivo per cui le torri hanno alle loro estremità fessure per le frecce o per far cadere l’olio bollente o acqua bollente su chi attaccava. Stupendi anche gli interni, che oggi però ospitano una collezione di auto e moto d’epoca che faranno felici gli appassionati.
A parte il museo, il Castello è ancora oggi proprietà della famiglia che lo ha acquistato nel Settecento, quella di Henrik Bille (la tenuta fu fatta costruire dal Maresciallo Frands Brockenhuus): gli attuali proprietari sono, dal 1994, il Conte Michael Preben di Ahlefeldt-Laurvig-Bille e la principessa Alexandra di Sayn-Wittgenstein-Berleburg, principessa dano-tedesca. Splendidi sono anche i giardini, sicuramente più interessanti della mostra di auto degli interni per chi non è fan dei motori, e considerati tra i più belli della Danimarca.