Non è esagerato: sita a 64° e 8’ di latitudine a nord, Reykjavík, la Capitale dell’Islanda, è veramente la capitale più settentrionale del Pianeta. La città, centro più popoloso dell’isola (quasi 2/3 degli islandesi vivono qui), nonché centro politico e culturale più importante, sorge nella parte sud-occidentale dell’Islanda, sul golfo Faxaflói, ed è circondata da colline, baie, e una quantità innumerevole di isole e penisole. Inoltre, caso decisamente singolare, al centro esatto si trova il piccolo lago Tjörnin (“Lo Stagno”) noto come Reykjavíutjörn e in grado di regalare panorami stupendi, insieme alle colline.
Pur avendo l’aspetto di una città moderna e contemporanea, con le casette particolari, le chiesette, a contrasto con le recenti architetture moderne, la capitale islandese è piuttosto antica: la sua fondazione risale a prima di tutte le altre capitali Scandinave, Copenhagen, Oslo, Stoccolma ed Helsinki. Secondo il Landnámabók – il “libro della colonizzazione” – Reykjavík fu fondata nell’anno 874 d.C. da Ingólfur Arnarson, uno dei primi vichinghi norvegesi a giungere nella remota isola atlantica: la leggenda è confermata anche dagli scavi archeologici, che testimoniano insediamenti vichinghi nell’area proprio nel periodo indicato. Tuttavia, fino al Settecento non era altro che uno dei tanti villaggi sparsi per l’Islanda, fatto di fattorie e tenute. Solo dal 1783, in seguito all’eruzione di Laki e quindi al cambio di politica commerciale danese, si decise di farne una città di rilevanza provinciale, divenendo poi, dal 1845, sede dell’Alþingi, il parlamento islandese concesso dalla madrepatria danese. Nel 1918, quando l’Islanda divenne un Regno Autonomo (parte comunque della Danimarca), la città divenne ufficialmente la Capitale, titolo mantenuto anche a partire dal 1945, anno della definitiva indipendenza islandese dalla Danimarca.
Oggi, Reykjavík è un centro economico e soprattutto culturale molto florido: è qui che si tengono tutti i più importanti festival ed eventi dell’Islanda, soprattutto quelli musicali, che hanno reso più volte l’ex colonia danese protagonista della scena culturale globale. Molto importante sta diventando anche il cinema islandese, importanza suggellata anche dalla nascita, nel 2004, del Reykjavík International Film Festival, tenuto tutti gli anni alla fine di settembre.
Insomma, Reykjavík non è solamente la città dove si arriva e si soggiorna nelle visite in Islanda, alla ricerca dell’aurora boreale. È una città viva, piena di locali alla moda (molti derivati da vecchie case popolari), di mostre, e soprattutto di musei. Una città proiettata nella modernità, decisamente tutta da scoprire. A differenza delle altre guide, qui includeremo anche qualche museo: la città ha dimensioni molto ridotte rispetto a tutte le altre viste finora, per cui crediamo sia più comodo e pratico avere tutto in un unico articolo.
1. Kandakotskirkja, o Cattedrale di Cristo Re
Iniziamo da un monumento insolito, per quanto riguarda le guide sulla capitale scandinave. Ma secondo noi è un buon inizio, e sottolinea anche la multiculturalità della città. La chiesa, in perfetto stile islandese con forti elementi neogotici, è il principale luogo di culto cattolico in Islanda, nonché unica Cattedrale della Chiesa cattolica nell’isola scandinava. Si trova nella parte Ovest, e si tengono messe in islandese, inglese, latino e anche polacco.
La Chiesa fu inaugurata nel 1929 e consacrata dal cardinale Willem Marinus Van Rossum, inviato di Papa Pio XI, e sorge sui resti di una cascina acquisita dai primi missionari cattolici arrivati in Islanda dopo la Riforma Luterana, molto probabilmente con l’obiettivo di contenerla. L’architetto è Guðjón Samúelsson, forse il più importante architetto islandese. La forma è particolare. Infatti, la Chiesa ha forma allungata, e su tutto svetta la torre campanaria la cui base funge anche da ingresso alla Chiesa. Comunque, la pianta è ovviamente a croce latina, e sull’altare maggiore si trova la statua di Cristo, dono di Pio XI. All’esterno, il colore è brunito, il tetto spiovente e fatto di tante piccole punte, una per ogni finestra ad arco a sesto acuto presente nell’edificio.
2. Domkirkjan, la Cattedrale di Reykjavik
Dopo aver visto quella cattolica, andiamo a vedere la Cattedrale ufficiale (e quindi luterana) di Reykjavík, sede della diocesi e del vescovo d’Islanda, nonché chiesa più importante della Chiesa Evangelica Luterana dell’Islanda. In realtà, l’aspetto pare quello di una chiesetta di quartiere, ed è qui che sta il suo fascino. Lo stile è tipicamente islandese, ed è testimonianza del passato di colonia e di provincia remota dell’Islanda. La chiesa fu consacrata nel 1796, e anche se oggi ci sono chiese dall’aspetto molto più imponente, si è deciso di lasciare a lei il titolo di Cattedrale, proprio come segno distintivo. È interessante anche paragonare la Cattedrale luterana a quella cattolica: decisamente due mondi separati.
La Cattedrale si trova proprio in centro a Reykjavík, ad Aursturvöllur, e si trova di fianco ad Alþingishúsið (“Casa del Parlamento”), sede del Parlamento islandese. In questo somiglia molto a Londra e a Westminster, e non è un caso: infatti, dalla nascita del Parlamento a metà Ottocento, ogni sessione del Parlamento inizia con una messa nella Cattedrale.
3. Hallgrímskirkja, l’imponente nuova Chiesa di Reykiavík
Terza (e ultima, lo promettiamo!) Chiesa da non perdere girando la capitale islandese per la prima volta (ma in generale sempre). Se il titolo di Cattedrale spetta a una struttura deliziosa e minuscola, nel tempo però l’Islanda, con la sua rinnovata forza e vitalità, non si è voluta privare di una Chiesa mastodontica e dall’aspetto maestoso che l’avvicinasse alle altre capitali della Scandinavia. La Chiesa fu progettata dallo stesso architetto autore della Cattedrale cattolica di cui sopra, Guðjón Samúelsson, all’inizio degli anni Quaranta, e fu consacrata ufficialmente nel 1986.
Lo stile dell’edificio religioso si ispira ai paesaggi basaltici dell’Islanda e ha un aspetto molto massiccio, e quasi destrutturato, con il profilo che non scende in maniera lineare ma a scalini: su tutte svetta la torre del Campanile, alta 74,5 metri, e che si “adagia” ai lati della chiesa, che per il resto ha una struttura abbastanza lineare. L’edificio è visibile da qualsiasi punto di Reykjavík, anche di notte (e in Islanda la notte può essere molto lunga) in quanto è ben illuminato. All’interno si trova un organo enorme, alto 15 metri e pesante 25 tonnellate, mentre a pagamento si può salire sul Campanile per ammirare il panorama della città. Di fronte alla Chiesa, invece, si trova la statua di Leif Eriksson, considerato il primo europeo-vichingo a mettere piede in terra americana, precisamente nell’odierno Terranova canadese.
4. Harpa
Altro edificio moderno, anzi molto più moderno, è l’Harpa, una struttura mastodontica che sembra come sospesa nell’aria, e realizzata completamente in vetro, per questo in grado di riflettere la luce del sole e i riflessi del ghiaccio. Harpa è una sala concerti, e centro conferenze, che sorge letteralmente sull’acqua del Porto Vecchio di Reykjavík. Fu completato nel 2011 (i lavori iniziarono nel 2007) in ritardo, a causa del default economico che colpì l’Islanda durante la crisi (la piccola Repubblica nordica vide fallire tutte le sue banche in una settimana, e a una settimana dopo il crack di Lehman Brothers).
Il grande complesso si deve a un progetto dello studio danese Hanning Larsen Architects, mentre la facciata è di Ólafur Elíasson, il quale anche lui, nella scelta di renderla così destrutturata, si è ispirato al basalto islandese. Harpa è sempre aperto: durante il giorno si può andare al bar, al ristorante, o nei negozi, oppure andare a mostre gratuite e vedere film a 360° di circa un quarto d’ora dedicati alla Natura islandese.
5. Árbæjarsafn, un museo all’aperto islandese
Non c’è capitale Nordica senza museo all’aperto che gioca tutto sui costumi, sul lavoro, e sulla vita domestica delle generazioni passate: è in questo contesto che nasce Árbæjarsafn. Un museo fondato nel 1957 in una ex fattoria abbandonata con lo scopo preciso di conservare un po’ della vecchia Reykjavík in un periodo in cui la capitale viveva un intenso momento di espansione edilizia.
Il museo quindi vede capanne e casette quasi tutti autentici, che risalgono all’Ottocento: ci sono case di fabbri, di operai, stalle, empori, trivelle per l’estrazione dell’oro e via dicendo. Il museo è aperto solo d’estate, da giugno ad agosto, e sotto Natale, quando viene allestito un programma speciale.
6. Perlan, un museo del ghiaccio
Reykjavík è decisamente la città dei musei, visto che in rapporto alla superficie ce ne sono veramente tanti. È difficile scegliere qual è il migliore, ma una menzione la merita sicuramente Perlan, un edificio molto particolare che si trova sulla collina Öskjuhlíð: fu realizzato nel 1991, quando sei serbatoi di acqua calda a forma di cilindro furono incorporati in un nuovo e più moderno edificio, al cui vertice si trova una cupola riflettente.
Il primo museo sito all’interno di Perlan è stato aperto nella stessa estate, ma dal 2018 l’amministrazione vuole darsi un nuovo volto. Decisamente imperdibile, però, è la mostra Glaciers and Ice: se decidete di andarci, vi faranno indossare l’attrezzatura per il freddo e vi accompagneranno in una grotta di ghiaccio profonda 100 metri, dove imparerete a scrutare nei crepacci e a conoscere migliaia di anni di cenere vulcanica.
7. Tjörnin, lo stagno di Reykjavík
Si è detto all’inizio che al centro di Reykjavík si trova un piccolo lago, chiamato Tjörnin (“lo stagno”). Qui c’è forse il punto più affascinante della città, perché sulle sue rive si affacciano le tipiche casette islandesi colorate, alberi, aiuole, tanti animali (tra cui i cigni, che rimangono sempre per il calore geotermico). Inoltre, l’acqua blu riflette, alterandolo nei colori, il tramonto, e quindi il paesaggio è fenomenale. Un luogo perfetto in tutte le stagioni: d’estate, per passeggiare; d’inverno, per pattinarci sopra, visto che si ghiaccia molto facilmente.
Nella riva settentrionale si trovano il Municipio cittadino e un monumento piuttosto ironico a Magnús Tómasson, un burocrate rappresentato come uomo in giacca e cravatta nella metà inferiore, e come blocco di pietra non scolpita nella parte superiore. Il significato è evidente. Vicino allo stagno si trovano anche la già citata Cattedrale, la Corte Suprema, il Teatro Nazionale, il Museo d’Arte Vivente e la Galleria Nazionale.
8. Hafnarhús
Altro museo, questa volta dedicato all’arte visiva: Hafnarhús è la più grande delle tre sedi del Museo D’Arte di Reykjavík, e occupa l’ex ufficio della pesca, nonché magazzino del porto, riadattato come galleria d’arte nel 2000. Qui si trovano tutte le mostre d’arte più d’avanguardia, e mostre d’arte sperimentale. Tutte le esposizioni cambiano, mentre permanente è la mostra dell’artista islandese Erró, che donò una grande parte della sua opera al museo nel 1989, opera che fu poi spostata in questa nuova sede.
9. La Street Art di Reykjavík
La Capitale Islandese ha un forte legame con l’arte, soprattutto con quella “bassa”. A partire soprattutto dagli anni Novanta, Reykjavík ha visto nascere una fortissima scena di street art, che negli ultimi anni si è evoluta assumendo una nuova dimensione. Sono davvero tantissimi i murales che decorano le facciate degli edifici (che l’amministrazione ha dedicato ufficialmente agli artisti) nella zona del Porto Vecchio e Grandi, e sono il frutto della collaborazione tra Iceland Airwaves e Urban Nation, iniziativa d’arte di Berlino.
Questi speciali murales si chiamano Wall Poetry, e sono tutti ispirati a canzoni di artisti come Mercury Rev, John Grant, Gus Gus; in alcuni casi sono anche collaborazioni tra street artist e musicista. I murales vogliono rimandare a un tempo non del tutto perso in cui album musicali e arte pop erano strettamente legati (basti pensare alle copertine realizzate da Andy Warhol).
10. Nauthólsvík: per tuffarsi nel mare d’Islanda
Chi vorrebbe mai fare un bagno nel mare dell’Islanda? Eppure, lo si fa da più di 100 anni. Nel 2001, però, l’amministrazione di Reykjavík ha creato una località balneare sicura, grazie alla costruzione di dighe che hanno formato una laguna a sud dell’Università e dell’aeroporto.
La spiaggia si caratterizza per una splendida sabbia dorata e per l’acqua calda: Nauthólsvík è infatti una spiaggia geotermica, rifornita dal mare ma con acque geotermiche, per cui la temperatura dell’acqua è di qualche grado sopra quella del mare aperto, e in estate può raggiungere i 19°. Insomma, non più così spaventoso, il “freddo” mare islandese. Comunque, la spiaggia dispone anche di una vasca idromassaggio riscaldata, e un bagno turco.