Come la Svezia si sta scoprendo grande produttrice di vino

Vino Svedese

Il vino svedese non è certo il primo che viene in mente ai consumatori e agli appassionati, primo perché la bevanda alcolica derivata dall’uva è un’eccellenza di Italia, Francia e Spagna, secondo perché il clima tipico del Paese Scandinavo, almeno nell’immaginario, non sembra particolarmente adatto alla coltivazione delle viti. E in effetti, l’industria vinicola della Svezia fino a 20 anni fa era non esisteva nemmeno, o quasi. Ma le cose stanno cambiando.


La Svezia, e la Scandinavia in generale, in questo devono ringraziare il cambiamento climatico, che ha naturalmente interessato anche il Nord Europa: infatti, se da una parte al Sud le estati calde e lunghe stanno inaridendo il terreno, come nel caso della Spagna e dell’Italia meridionale, dall’altra hanno avuto come conseguenza quella di spostare sempre più a nord il baricentro della mappa globale della vinificazione, tanto che secondo gli esperti in pochi anni la Svezia sarà un nuovo e temibile competitor dell’Europa meridionale.

Ma non è solo una questione di clima.

Come il clima sta rendendo la Scandinavia “meno Scandinavia”

La Svezia non è la sola: attualmente nel Paese ci sono circa 40 vigneti commerciali, e ne spuntano di nuovi ogni anno. In Norvegia sono appena una dozzina, ma è la Danimarca ad essere quella più “forte”, in questo senso: il più piccolo dei tre Regni conta infatti 90 vigneti. La Svezia, però, è quella in più rapida crescita e, pare, anche quella più interessata a entrare nel giro.

La maggior parte dei vigneti svedesi si concentra nella Skåne (Scania), la punta più meridionale del Paese, quasi attaccata alla Danimarca e da questa separata per mezzo dell’Øresund. Il motivo è semplice: in Scania il mese di settembre è sempre più caldo, e quello del 2020 è stato uno di quelli con le temperature più alte mai registrate, con circa 2 gradi Celsius in più rispetto alla norma. Ed è qui la base del successo del vino svedese: senza più le gelate di Settembre, anche al Nord si può pensare di avviare un’industria vinicola importante.

E questo, naturalmente, a discapito dei tre paesi tradizionalmente leader nella produzione vinicola: in Spagna, Italia e Francia il clima sta raggiungendo, in estate, temperature troppo elevate, compromettendo sempre più spesso la raccolta di uva e la stessa viticultura.

Il vino svedese non è solo una questione di clima

Ma ciò che distingue, come sempre, la Svezia da Danimarca e Norvegia, è che in Svezia non è solo questione di clima. Anzi, l’industria vinicola in ascesa si deve prima di tutto dalla società. La Svezia, lo ricordiamo, è il Paese dove è presente quello che viene definito “Il monopolio”, ovvero il Systembolaget Aktiebolag, un ente senza scopo di lucro che controlla la vendita di vino e alcolici in tutto il Paese (qui infatti gli alcolici non si trovano nei supermercati, ma in negozi dedicati).  Il Monopolio comprende centinaia di negozi in tutto il Regno, che non pubblicizza né vende con offerte promozionali, e che fa sì che solo i negozi statali possano vendere vino. Ed è anche un sistema particolarmente apprezzato dagli svedesi.

Gli abitanti apprezzano il monopolio perché si trova in ogni città, e permette di avere una vasta scelta. Questi negozi hanno vino solitamente sfuso, e fatto apposta per il gusto del Paese. Per esempio, si vende tanto Amarone, un vino forte, con tanto residuo zuccherino, nonché caro. Il monopolio è, si diceva, apprezzato dalla popolazione della Svezia, meno dalle cantine, che non possono vendere bottiglie da asporto: uno svedese deve ricordare il vino che gli interessa, e poi cercarlo in uno dei negozi statali. Solo di recente, delle modifiche alla legge hanno permesso alle aziende vinicole di ottenere licenze per fornire campioni assaggio ai visitatori, delle sorte di “degustazioni”, purché siano prive di ristoranti al loro interno.

Eppure, nonostante un ostacolo istituzionale non indifferente, le aziende vinicole in Svezia stanno prosperando. Tutto inizia verso la fine degli anni Novanta, periodo in cui tutto cercavano di coltivare uva in ogni varietà. Ma è da 3 o 4 anni che le piantagioni sono diventate molto più grandi, riducendo il numero di varietà: nel Regno di Carlo XVI Gustavo si coltivano da uno a tre varietà, non di più, e sempre meno per hobby.

Il dominio dell’Uva Solaris

Di tutte, è l’Uva Solaris la più comune in Svezia, da cui si ricavano i vini bianchi che dominano il Paese: bevande frizzanti, che ben si abbinano al pesce, come noto molto diffuso, e con i piatti estivi leggeri. In Svezia l’uva si coltiva facilmente nella zona costiera, mentre è più difficile nell’entroterra, ma anche in questo c’è un ampio miglioramento. Basti pensare che nel 2017 si sono prodotti 500 kg d’uva, mentre già nel 2018 si è passati a 12,5 tonnellate. Una forte crescita, quindi, non priva di incognite, in quanto ancora due raccolti su tre non funzionano.

Come detto, è la regione della Scania quella con più vigneti, anche grazie a un numero di ore di luce più alto, naturalmente, rispetto al Nord e al centro. Carl-Otto Ottergren è proprietario del vigneto Köpigsbergs, nonché enologo, che ha raccontato di aver iniziato per hobby la produzione di vino commerciale, e di essere stato uno dei primi. Ottergren racconta che nel 2005 c’erano due soli produttori commerciali di vino, in Scania, mentre ora ci sono una quarantina di aziende, che lavorano a tempo pieno e che assumono dipendenti.

Oggi il vino svedese viene prodotto con una qualità e, soprattutto, una professionalità riconosciuta a livello internazionale, e soprattutto impensabile nel 2005. Gli svedesi vanno a studiare negli Stati Uniti, in Germania, oltre che nei già citati leader, e poi tornano in Svezia per aprire i vigneti. E se in passato, quello della produzione del vino era un hobby, un progetto divertente di persone abbienti, ora invece sono i giovani a vederla come forte opportunità. E il risultato è un netto miglioramento del  prodotto finale.

Chi produce il vino svedese

Non è solo il clima, ma soprattutto la società della Svezia a contribuire all’ascesa del vino svedese. L’industria vinicola nazionale piace così tanto, che persone dal nord e, soprattutto, da Stoccolma, compresi i giornalisti, volano fino a Malmö come volontari per la raccolta dell’uva.

In generale, si respira tanta speranza e un’indole ottimista, soprattutto perché le estati dal 2018 ad oggi sono state calde e omogenee. Håkan Hansson, proprietario della Hällårka Vineyard, sempre in Scania, nel 2018 ha dichiarato di voler raddoppiare, nel giro di tre anni al massimo, le sue capacità, riuscendoci. Oggi Hällårka, azienda a conduzione familiare, ha a disposizione 6,5 ettari di vigneti con cui produce vini bianchi, rossi, dolci e spumanti, che forniscono i ristoranti scandinavi, e che sono scelti anche da ristoranti di Londra, Parigi e Berlino.

Hällårka ha debuttato nel 2003, ed era uno dei primissimi vigneti in tutta la Scandinavia: Hansson racconta di aver iniziato a piantare alcune nuove specie di uva ibride sviluppate apposta per i climi freddi, a partire da quelle rosse “Rondo”, “Regent” e “Léon Millot”. La prima, Rondo, è nata dalla Saint Laurent, e oggi è l’uva principale dei vini rosso prodotti da Hällårka,. La già citata Solaris, uva bianca, deriva da Riesling e Pinot grigio. Il risultato di avere una risorsa ibrida come base, è che il vino svedese e, più in generale, quelli scandinavi, hanno maggiore acidità e aromaticità, e sono più fruttati. Il successo avuto da Hällårka in meno di venti anni è tale che per i suoi vini bianchi l’azienda ha vinto un premio di degustazione a Parigi.

Dal 2008 l’azienda coltiva anche Pinot Nero, Pinot grigio e Auxerrois Blanc, da cui producono spumanti. I rossi di Hällårka sono invecchiati in botti di rovere svedese per sette mesi, e sono ottimi da abbinare con la selvaggina, molto diffusa sia in Svezia che in Danimarca, come per esempio il cervo, l’alce, l’anatra selvatica, ma anche con i formaggi.

In Scania è presente anche Arilds, una cantina gestita da Annette Ivarsson: l’azienda dispone di 20 ettari di viti, in cui si coltivano Solaris, Pinot Nero, Sauvignon Gris, Muscaris e Cabernet Cortis. Una produzione variegta, che attira diversi clienti nel ristorante, e che però ancora non riesce a vivere di sola vinificazione. Ivarsson è infatti una delle maggiori sostenitrici della necessità di un cambio di legge per quanto riguarda la vendita del vino. Sostiene che se sarà permesso vendere vino in azienda, Arilds riuscirà a diventare redditizia dalla vinificazione.

Vendite online

Un altro nemico delle aziende è, paradossalmente, internet: le vendite online in Svezia hanno ridotto la presenza degli acquirenti nei negozi fisici. Il Systembolaget impedisce la vendita di alcolici anche online, e per questo gli svedesi, in estate, visitano in massa i negozzi del monopolio per l’acquisto di alcolici. Ma per il resto li comprano in altri Paesi, e se le fanno arrivare a casa, scelta che rappresenta il 20% dell’acquisto di alcolici del Paese.

Vino Svedese

In generale, però, va detto che tra il 2008 e il 2018 il consumo di alcol nel Paese è diminuito dell’8% (dati CAN, il Consiglio Svedese per l’informazione su alcol e droghe), e anche l’acquisto presso “fonti non registrate” (come i negozi stranieri online( si è ridotto. Il monopolio continua però ad essere un forte ostacolo, e le sue entrate sono aumentate perché gli svedesi comprano meno alcol, ma quello che comprano è più caro, a partire proprio dal vino pregiato.

Da qui, le aziende auspicano maggiormente un cambio di rotta a livello legislativo: il crescente interesse verso bevande di alto livello si combina con l’aumento della qualità del vino svedese, e potrebbe aumentare ancora di più la popolarità delle aziende vinicole svedesi, creando un vero e proprio business.

Insomma, la Svezia si sta scoprendo produttrice di vino: ma per sbancare, deve cambiare lei stessa.

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